SANITÀ & POLITICA

Asl, anno nuovo direttori nuovi. Piemonte al valzer delle nomine

Tempi troppo lunghi per la riapertura dell'elenco nazionale. L'assessore Riboldi rompe gli indugi e conferma il termine dei contratti a fine anno. Partito lo scouting. Aumenti degli stipendi per rendere più appetibili i posti e contrastare la concorrenza

Anno nuovo direttori nuovi. Nessuna proroga per gli attuali vertici delle aziende sanitarie e ospedaliere del Piemonte, i quali peraltro sono ancora al loro posto proprio in virtù di un prolungamento del mandato deciso la scorsa primavera per evitare nomine in zona cesarini della legislatura e con le elezioni regionali alle porte.

Sulla decisione di allungare ulteriormente la loro permanenza di alcuni mesi o procedere, come previsto, con il rinnovo o eventuali riconferme entro il 31 dicembre, l’assessore alla Sanità Federico Riboldi ci ha riflettuto a lungo in queste settimane. Non certo un dubbio amletico, piuttosto un ragionamento condizionato da più di una variabile, in primis l’eventualità (e per il Piemonte non nascosta speranza) che il ministero riaprisse in tempi brevi il bando per aggiornare l’elenco nazionale degli idonei al ruolo di direttore generale. Nel caso in cui ciò fosse avvenuto nei prossimi due mesi, l’allungamento ulteriore degli attuali incarichi avrebbe potuto avere un senso, considerando la prospettiva di allargare il bacino di aspiranti tra cui attingere nuovi manager da mettere a capo di Asl Aso.

I tempi della burocrazia romana e delle procedure, invece, proiettano nella migliore delle ipotesi a fine primavera o inizio estate il nuovo bando con l’inevitabile conseguenza, per il sistema sanitario piemontese, di dover prospettare alla fine non di questo, ma del prossimo anno il valzer delle nomine. Ma non c’è solo questo, pur importante aspetto, alla base della decisione che Riboldi ha ormai preso. “Prorogare di alcuni mesi gli attuali direttori – è il ragionamento dell’assessore – significherebbe portare il sistema in una fase di stallo e di attesa che non possiamo, né vogliamo, permetterci”.

Sciolto il nodo dell’eventuale spinta in avanti del rinnovo dei vertici, in assessorato si prepara comunque la riapertura dell’elenco regionale confidando, non senza motivo, in ulteriori iscrizioni di chi è già presente in quello nazionale, ma in precedenza non aveva preso in considerazione il Piemonte. A sostegno di questi nuovi ingressi c’è, naturalmente, l’aspetto politico prodotto dal cambio degli equilibri all’interno della maggioranza di governo regionale con la leadership passata, insieme alla stessa guida della sanità, dalla Lega ai Fratelli d’Italia. E nessuno può stupirsi se anche questo pesi sulle candidature e sulle scelte dei futuri manager, al netto delle come sempre ribadite valutazioni dei curricula e delle qualità professionali richieste. A rendere più attrattivi i posti ai vertici delle aziende arriverà anche quell’aggiornamento al rialzo degli stipendi ritenuto ormai inevitabile per evitare la concorrenza di molte altre regioni, in particolare quelle più vicine e fino ad oggi concorrenti difficili da contrastare come la Lombardia.

Nuovi direttori e manager riconfermati. Il dilemma su quanti saranno i primi e, di conserva, quanti i secondi resta al momento tale, ma intanto si trasforma nell’immancabile totonomi e nell’altrettanta immancabile corsa ad accreditarsi politicamente per la conservazione del posto o per ottenerlo per la prima volta. Il tempo non è molto e il venire meno della possibilità di allungarlo ancora di qualche mese, accelera tutto comprese quelle valutazioni sull’operato degli attuali vertici aziendali da cui dipenderà molto la loro eventuale permanenza o meno sull’attuale poltrona. Alcuni nuovi ingressi potrebbero facilmente arrivare, in alcuni casi, da attuali direttori sanitari, ma anche questa ipotesi sta insieme a non poche altre, compresi quegli approdi da fuori regione che stavolta, più che nel passato, sembrano essere guardati con attenzione e forse qualche speranza. 

Da scoprire anche se e quanto peseranno non tanto le vicende giudiziarie che vedono indagati alcuni attuali direttori nell’ambito dell’inchiesta sui bilanci di Città della Salute, quanto le situazioni che la stessa indagine ha portato alla luce e sulle quali la politica deve decidere indipendentemente dal lontano esito del lavoro della magistratura. Inevitabile, alla luce di questi fatti, guardare alla prossima tornata di nomine con un occhio rivolto a corso Bramante. Lì l’attuale direttore generale Giovanni La Valle è stato insediato lo scorso anno con un mandato di tre anni (così come avvenuto sempre lo scorso dicembre per Carlo Picco all’Asl Città di Torino e Franca Dall’Occo per l’Asl To3, oltre ad Adriano Leli all’Azienda Sanitaria Zero nominato pochi giorni dopo e Livio Tranchida al Santa Croce e Carle di Cuneo) ma sulla sua inamovibilità, ormai, pochi sembrano pronti a scommettere. Al grattacielo circola con crescente insistenza la voce che indica la necessità di trovare, per la complessa guida della più grande azienda ospedaliera del Piemonte “una soluzione”. Che, forse, potrebbe passare per un trasloco dell’attuale direttore, il quale come tutti gli altri vede prevista nel contratto la possibilità di essere assegnato ad un’altra azienda. Eventualità che, ad oggi, non si può escludere possa riguardare anche altri tra gli attuali manager in carica.

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