Che Dio ce la mandi buona!

Siamo a  quasi due mesi dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi e la risposta del Paese appare del tutto inadeguata. Lo spunto me la da una simpatica battuta di Matteo Salvini, un leader che stimo e apprezzo. Il vicepremier ieri a Genova ha detto: “Aumentare il deficit e restituire le palanche ai genovesi”.

Il problema non è di restituire ai genovesi le palanche, il problema è di restituire al Paese un importante motore di crescita rappresentata da Genova, le sue aziende e dal Porto di Genova il primo porto italiano ma soprattutto il porto italiano che più di altri ha una grande potenzialità  di crescita.

Genova ha aziende importanti come l’Ansaldo, l’Ilva e l’Esaote, ha un centro di ricerca importante come l’IIT che trainano lo sviluppo del Paese. Genova soprattutto ha il porto più importante del Paese che genera entrate fiscali per lo Stato che si aggirano sui 5 miliardi di euro e genera oltre 90.000 posti di lavoro in Liguria ma anche in Piemonte, Lombardia e Emilia. Il porto di Genova, grazie alla crescita dei traffici generati dal mercato globale e diretti verso l’Europa, ha una potenzialità di crescita dal 50 al 100% con le ricadute fiscali e occupazionali che si possono facilmente immaginare.

La caduta del ponte ha stravolto il sistema dei collegamenti e questo rischia di danneggiare il porto e la sua attività penalizzando non solo le aziende genovesi ma le aziende di trasporto italiane che ci lavorano e le entrate fiscali. Ricostruire urgentemente il Ponte è pertanto un interesse nazionale. Aiutare le aziende portuali e di trasporto è altrettanto un interesse nazionale.

Le discussioni e le tante ipotesi di questi 50 giorni non hanno fatto bene ma anzi hanno generato insicurezza in coloro che dalla Cina al mercato globale decidono dove far passare la merce diretta verso il Nord Italia e verso l’Europa. Occorre rifare urgentemente il ponte ma occorre accelerare la realizzazione del Terzo Valico per confermare la ambizione di Genova e del nostro Paese ad essere il porto più competitivo del passaggio della merce diretta verso la Svizzera e la Germania meridionale. Se oggi il mercato di riferimento del porto amato da Cavour vale circa 1000 miliardi di Pil con la realizzazione del Terzo Valico che sarà in rete con i trafori del Gottardo e del Lotscberg il mercato potenziale servibile aumenterà di altri 1000 miliardi di Pil.

Se chi ci governa capisse questo forse si farebbero meno discussioni e meno twitter ma si stanziassero  i fondi o le palanche per il Terzo Valico e per l’Area logistica del Nord Ovest (Liguria, Piemonte e Lombardia). Che Dio ce la mandi buona.

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