Una parola Chiara su Gtt

Gentilissima sindaca Chiara Appendino,
come Lei sa benissimo, Gtt è sempre stata un’azienda fortemente politicizzata, le poltrone dei consigli di amministrazione sono sempre state ricoperte da uomini legati alle varie correnti politiche che mai hanno operato negli interessi dell’Azienda, ma per chiari interessi politici. Gtt, prima Atm, è sempre andata avanti trascinando con sé un continuo indebitamento: il declino irreversibile è iniziato con le Olimpiadi Invernali del 2006, con l’allora sindaco Chiamparino, in cui si commissionarono servizi per migliaia di chilometri in più, mai riconosciuti finanziariamente all’Azienda. Il mix Olimpiadi Invernali, tagli ai trasferimenti e leggi di stabilità ha definitivamente affossato l’Azienda.

Noi speravamo che l’avvento della giunta 5 Stelle potesse cambiare qualcosa: il Suo programma elettorale sul trasporto pubblico prevedeva di reinternalizzare i servizi dati in gestione ai privati, eliminare sprechi, privilegi, rilanciare il servizio pubblico in città e nelle periferie, ecc. ecc. Appena formata la squadra degli assessori della nuova giunta però un primo segnale strano e stonato ci arrivò quando l’assessora ai trasporti Maria Lapietra distaccò nel proprio gabinetto comunale un funzionario Gtt proveniente da tutt’altra area politica e sindacale. Questo funzionario si chiama Paolo D’Angelo, da sempre amico e collaboratore di Giovanni Foti. A quanto sembra, D’Angelo ha lavorato alacremente per far diventare Foti il favorito in una strana selezione messa in atto dal Comune per trovare la figura di direttore generale della Gtt. Altro segnale stonato ci fu dato quando un altro esponente del Pd, e amico di Foti, un certo Umberto Perna, venne nominato Mobility Manager e spostato al quinto piano della direzione.

La stranezza di queste scelte era nel fatto che il risaputo orientamento politico di questi funzionari era non certo pentastellata e che la giunta gialloverde del cambiamento in questo modo lasciava la Gtt saldamente nelle mani di chi l’aveva governata negli anni precedenti e, tramite loro, di quelli che dovrebbero essere gli avversari politici del M5s. La notizia che Giovanni Foti (ex dirigente Gtt) fosse il vincitore della selezione era già sulla bocca di tutti, per questo chiedemmo un incontro con Lei e l’assessora ai Trasporti. Ricorderà che l’11 luglio 2017 ci ricevette. Ricorderà senz’altro anche che, quando Le chiedemmo come mai la giunta del cosiddetto cambiamento proponeva il ritorno a direttore generale di un vecchio dirigente mandato in prepensionamento con un cospicuo compenso, Lei sig.ra sindaca Appendino, dandoci ragione, ci disse che tale scelta non era fattibile, e che avrebbero fatto probabilmente una nuova selezione. Nella stessa sede invece l’assessora Lapietra confermò la figura di Foti come UNICA soluzione possibile quanto a competenze e di conoscenza dell’Azienda. Evidentemente ha vinto la linea dell’assessora, tanto che Giovanni Foti è diventato addirittura Amministratore Delegato di Gtt. E tale nomina è arrivata dopo che, vogliamo ricordarlo, nel 2014 Foti era stato mandato in prepensionamento con la Naspi e circa 90 mila euro di buonuscita, per finire, prima come direttore generale, poi come presidente, all’Atm di Messina, azienda, che qualche mese dopo il suo ritorno a Torino è stata messa in liquidazione. D’Angelo ha vinto, facendo così ritornare il proprio amico al comando di Gtt. Non ci meraviglieremo se, prossimamente, anche per lui arrivasse la ricompensa per il lavoro svolto, magari con una promozione nel gruppo dirigente della Gtt.

Ancor prima di tutto questo, vorremmo ricordare anche un’altra vicenda, che lascia pensare come questa amministrazione comunale sia partita bene con le condivisibili dichiarazioni in campagna elettorale per poi piegarsi ai voleri del connubio potente politica/banche, che tanto voleva combattere chi ha votato il movimento cinque stelle. Tra i vari retroscena di questo valzer di poltrone ci sembra esserci anche la sfida lanciata da alcuni colossi del trasporto europeo, che aspirano a entrare nel business del trasporto ferroviario italiano, finora dominato dal sostanziale monopolio di Trenitalia. Ricorderà che, nel giugno del 2017, su Suo input, Gtt annunciò la costituzione di Rail.To, un consorzio con Arriva Italia Rail, ramo italiano del gruppo tedesco Arriva (Deutsche Bahn) per la gestione del nodo ferroviario di Torino. Gtt attualmente gestisce alcune linee che rappresentano uno dei gioielli di famiglia e che, già alcune volte, sono state oggetto di attenzioni esterne. Un caso analogo a quello di Roma, dove analogamente il controllo delle ferrovie in concessione gestite da Atac è il possibile grimaldello a partire da cui scalzare il monopolio di Trenitalia. La scelta di Arriva come partner è stata un capovolgimento di fronte rispetto alla lettera d’intenti sottoscritta nel 2015 da Gtt e dalle ex Fs, sindaco Fassino, per la costituzione di una newco o di un’associazione temporanea d’impresa per la gestione dei binari torinesi. Una scelta che ha suscitato la reazione piccata dei sindacati confederali che, qualche giorno dopo l’annuncio, hanno denunciato di non essere stati consultati, evocando lo spettro della privatizzazione di Gtt e l’attivismo dell’ex assessore Lubatti, che ha presentato tre esposti all’Anac e minacciato anche un ricorso al Tar.

Quell’operazione era stata fortemente voluta da Lei, Sig.ra sindaca, affidandone la regia a Walter Ceresa, presidente di Rail.To, ma, viste le reazioni di forte contrarietà, ha poi evidentemente fatto retromarcia, sacrificando il manager come capro espiatorio e aprendo la strada al ritorno di Foti.

Lo scontro sul trasporto regionale piemontese ha visto fronteggiarsi due partiti trasversali ai diversi colori politici: il partito di Trenitalia e quello dei liberalizzatori. Agli inizi del 2017 Sergio Chiamparino, scaduto l’affidamento del servizio a Trenitalia, ha deciso di non bandire una gara e di prorogare il contratto alle ex Fs per 3 anni (rinnovabile per un altro anno), provocando l’intervento dell’Antitrust. Quest’ultimo sembrerebbe essere stato spalleggiato dall’Agenzia della Mobilità diretta da Cristina Pronello, designata da Lei e da Chiamparino, vicina ai 5 Stelle ed ex insegnante di Maria Lapietra (che, secondo alcuni, avrebbe segnalato quale possibile assessore dopo aver declinato la proposta di ricoprire lei stessa l’incarico), anche lei un tempo vicina al Pd e ancor oggi gradita anche a uno dei maggiori esponenti del Pd torinese, Davide Gariglio. Su spinta dell’Antitrust e dell’Agenzia della Mobilità l’affidamento doveva essere deciso attraverso una procedura competitiva entro la metà del 2018 e realizzato anche prima della scadenza della proroga a Trenitalia. Sta di fatto che a giugno è arrivato il governo Conte e il mese successivo la Pronello è entrata in quota 5 Stelle nel nuovo CdA di Trenitalia, a Ceresa è stato dato il benservito, mentre Foti è rientrato dalla Sicilia e Trenitalia ha continuato a gestire il servizio grazie al 3+1 di Chiamparino.

Insomma a noi sembra che i lavoratori della Gtt, così come i cittadini torinesi, siano diventati, loro malgrado, il parafulmine di uno scontro tra colossi economici per il controllo del trasporto piemontese, in cui circoli e correnti all’interno delle forze politiche provano a giocare un ruolo alleandosi con una delle parti in causa. Un gioco di poteri, in cui ai manager viene affidato il ruolo di comandanti su questo o quel campo di battaglia per la realizzazione degli obiettivi strategici degli eserciti in campo. Se il Comune, invece di fare l’azionista, diventa il campo di battaglia di un conflitto condotto sulla testa dei lavoratori e dei cittadini questo è oggettivamente il modo migliore per affossare definitivamente Gtt e prepararla alla privatizzazione, dicendo contemporaneamente che si vuole risollevarla e mantenerla pubblica’ Purtroppo questi sono dati di fatto incontrovertibili. Ci rendiamo conto che oggi, come organizzazione sindacale all’interno della Gtt, l’Unione Sindacale di Base risulta l’unica voce fuori dal coro e scomoda per le strategie dei poteri forti, ma abbiamo il dovere di mettere al servizio dei lavoratori di Gtt e dei cittadini torinesi la nostra memoria storica sulle vicende che, ancora una volta, dimostrano il tradimento del 54,6 per cento dei torinesi che l’hanno votata.

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