Lo choc che serve al Paese

Matteo Renzi che, insieme a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, rappresenta il futuro politico  prossimo del nostro Paese, dopo la fase non esaltante dei Governi Conte 1 e Conte 2, ha riproposto una cura choc per la nostra economia, cosa che avevano già fatto sia Salvini che Berlusconi.

La proposta è indubbiamente interessante perché finalmente si capisce che con le manovre, manovrine, manovrette degli ultimi anni siamo rimasti a zero, facendo pagare il peso della stagnazione a quella metà del Paese che da almeno dieci anni vive con redditi tagliati del 30/40% causa la cig o lavori impoveriti.

Anche Renzi, quando nel 2014 invece di lanciare una cura choc scelse la via più facile degli 80 euro a chi un lavoro fisso l’aveva, non capì che se non aumentano le entrate per la metà del Paese penalizzata dalla crisi, la domanda di consumi, che in questi anni, secondo la Cgia di Mestre,è calata di un punti di pil, non si sarebbe ripresa.

L’economia italiana in questi anni non è andata a fondo solo grazie all’aumento delle esportazioni frutto della parte più competitiva del nostro Paese: Made in, una parte della Manifattura, enogastronomia e turismo. Il mercato globale cioè è stato il più potente motore di sviluppo del nostro Paese.

Se è vero questo ragionamento, la cura choc doveva essere rappresentata dagli investimenti nelle infrastrutture di trasporto perché l’aumento dell’import e dell’export ha bisogno di Infrastrutture e di un sistema logistico ancora più efficiente. Invece da Monti in poi gli investimenti in infrastrutture di trasporto sono sempre più calati, un po’ perché si è perso tempo a studiare gli investimenti utili, un po’ a causa dei No Tav e dei No Terzo Valico, dei No Gronda ecc.

Infrastrutture di trasporto e logistica in un mercato sempre più globale sono sempre più prioritari. Ecco l’enorme importanza della battaglia per la Tav che il Movimento Sì Tav che nasce il 24 giugno del 2018 con il lancio della mia petizione su Change.org e che esplode alla vigilia dell’ordine del giorno No Tav della Città di Torino, arriva sino alla richiesta coraggiosa da parte di chi scrive della autorizzazione della Piazza per la prima manifestazione dopo vent’anni di manifestazioni, anche violente, dei No Tav.

Il Movimento Sì Tav vince convincendo la Lega a votare contro la mozione dei grillini in Senato il 7 agosto scorso. Ora però con il Governo Conte 2, voluto proprio da Matteo Renzi, i grillini stanno rappresentando il freno agevolato dalla paura del voto. Oggi i 5 stelle stanno costringendo la neo ministra De Micheli a passare dalla Gronda di Genova alla mini Gronda, mentre non so sulle altre opere cosa potrà capitare.

L’Italia se vuole aumentare la crescita nei traffici ai propri porti, acquisendo anche la merce destinata alla Svizzera e al sud della Germania, dovrebbe sbloccare gli investimenti per attuare le tratte italiane delle reti ferroviarie Ten-T , dal valore vicino ai 60 miliardi. Quattro punti di pil suddivisi nell’arco dei prossimi 5-7 anni, per costruire una rete che trasferendo una parte del trasporto su gomma alla rotaia darebbe un forte contributo alla diminuzione dell’inquinamento. Queste reti consentirebbero un aumento dei traffici ai nostri porti generando aumento del lavoro e aumento delle entrate fiscali dello Stato. Ci si dimentica infatti che la merce che entra nel nostro Paese dai porti genera 13 miliardi di entrate fiscali ogni anno.

Per rimanere nel settore Trasporti il rifinanziamento del Ferrobonus, una misura ideata dal sottoscritto nel 2009 e realizzata in un mese, a proposito di efficienza, e delle Autostrade del Mare, un altro provvedimento sbloccato sempre da chi scrive nel 2008  per 4 anni e poi prorogato solo recentemente, si darebbe un altro contributo forte alla intermodalità, alla riduzione dell’inquinamento e all’aumento del lavoro nel settore RO-RO in cui l’Italia è seconda al mondo .

Importantissimo il rifinanziamento di Manifattura 4.0 perché se è vero che abbiamo la seconda manifattura d’Europa è altrettanto vero che solo il 15% di essa si è rinnovata e compete sui mercati mondiali. Nel frattempo si adottino misure a favore della ricerca, della scuola e delle startup sapendo che in questi settori occorre investire subito ma i risultati sostanziali si vedranno solo tra alcuni anni.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro, ex sottosegretario ai Trasporti

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