Piemonte regione forte d'Europa

L’inizio del 2020, come avevo scritto nel 2019 proprio sullo Spiffero, si presenta più duro del 2019 così avremo il ventennio più duro dall’Unità d’Italia. Era il ragionamento da fare con Conte2 in occasione della sua visita di ottobre onde conquistare un capitolo della Legge di Bilancio 2020. La crisi di Torino condiziona il Piemonte ma condiziona anche l’economia nazionale ecco perché il Governo doveva e deve averla al centro delle sue preoccupazioni. Inoltre occorre capire che non c’è tempo da perdere perché la crisi pesa tantissimo e ogni giorno  sulle aziende in difficoltà  e sui lavoratori. Purtroppo chi governa ai vari livelli ha uno stipendio sicuro e non sente il duro morso della crisi che invece i cassaintegrati, i licenziati e i sottoccupati sentono e maledicono da anni senza vedere la luce all’orizzonte. Altro che luce in fondo al tunnel di cui parlava Monti nel 2012.

Come è stato possibile non capire prima che se il settore automotive cala da ben 17 mesi per il Piemonte son cazzi acidi? Stamane ci si stupisce perché la produzione industriale non basta più a far crescere il Pil. Abbiamo perso troppa manifattura o per le aziende che hanno chiuso o per le aziende che hanno delocalizzato all’estero, compresa la Fiat che avendo delocalizzato produzioni in Serbia o in Polonia o col trasferimento della sede fiscale e legale ha penalizzato proprio l’economia torinese.

Gli amministratori compiacenti al grande potere economico hanno di fatto penalizzato Torino come l’ha penalizzata la Appendino rinunciando alle Olimpiadi invernali con i suoi investimenti che invece nei prossimi anni porteranno Pil in Veneto e in Lombardia due regioni che stanno già bene, o con la  perdita del Salone dell’Auto.

Per fortuna che noi Sì Tav le abbiamo impedito di dire No alla Tav. Ma la Tav arriverà solo nel 2029. Intanto il Governo giallorosso ritarda, per non disturbare i 5 Stelle, la ripartenza dei lavori della Tav dalla parte italiana.

Nell’attesa che si definiscano le modalità per utilizzare i 400 milioni messi in campo da Cirio che dovranno essere usati per rinnovare e rendere più competitiva la nostra manifattura, la possibilità di mettere in moto lavori pubblici sta nel settore autostradale piemontese che al pari di quello ligure è vecchio e malmesso. Ecco perché mi stupisco che nessuno ne parli. Il sistema autostradale è essenziale per la nostra economia che importa ed esporta più di quelle che le stanno davanti. Non abbiamo mai avuto un sistema autostradale malmesso, eppure nel settore autostradale molti sono i dossier aperti, dalla Asti-Cuneo alla tangenziale est, ai problemi sulla A6 alla frana sulla Torino Aosta ai problemi sulla A26 appena dopo Alessandria Est e dopo Ovada. Ecco perché a mio parere la Regione dovrebbe elaborare un “Piano delle Autostrade” e insieme alle società concessionarie, al Ministero delle Infrastrutture, e a chi ne capisce,  che partendo dagli interventi di manutenzione straordinaria sulla A6, sulla A21 e sulla A26, studi come finanziare il completamento della At-Cn, della tangenziale est, la sicurezza sulla A5. Un Piano che abbia la stessa prospettiva del Piano delle Autostrade del Prof. Giuseppe Grosso che aveva come titolo : “Piemonte regione forte d’Europa”.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

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