Dalla Meloni solo propaganda

Con la costituzione del nuovo esecutivo Draghi, una sola forza politica si è dichiarata fin da subito all’opposizione, basando la propria dialettica, come da tempo ci ha abituato a fare, su slogan vuoti e propaganda infondata, cioè Fratelli d’Italia. Al contrario dello storico sodale leghista, che folgorato sulla via di Bruxelles continua, tra alti e bassi, sulla via della sconfessione della propria politica pregressa, compresa quella “del giorno prima”, la leader di FdI persiste in una posizione minoritaria di opposizione a tutto, giustificandola tramite dichiarazioni e demagogia ai confini della realtà.

Avendo abituato gran parte del proprio elettorato a una comunicazione puramente di propaganda, anche negli ultimi giorni non si contano le sue affermazioni manipolatorie della realtà, che sfociano in vere e proprie alterazioni degli articoli della nostra Carta Costituzionale. Già a partire dal primo giro di consultazioni intraprese dal premier, allora solo incaricato, e in barba all’appello del presidente della Repubblica, che ha richiamato ad un senso di responsabilità nazionale, la Meloni ha continuato, infatti, a lamentare il non passaggio dalle urne, dichiarando la presunta non legittimità di un’eventuale Governo non “votato” dal Paese. Ovviamente, un personaggio politico di lungo corso come il segretario di FdI, non può non sapere che, essendo l’Italia una Repubblica parlamentare, la via delle elezioni in corso di legislatura, può essere solamente intrapresa nel caso non si riuscisse a formare una maggioranza in Parlamento. Uno slogan che la stessa ha ripetuto più volte e che continua a ripetere imperterrita, e che sembra far presa in una larga fetta del proprio elettorato, abituato a credere a qualsiasi cosa venga proferito dall’amata leader, anche quando totalmente lontano dalla realtà.

Durante le dichiarazioni di voto al Senato, però, si è toccato uno dei punti di più “alto livello” nella forzatura della realtà di fatto per poter nuovamente, e in modo totalmente pretestuoso, parlare di un supposto regime. Infatti, alterando quanto realmente accaduto, cioè il cambio di rete previsto ed ampiamente preannunciato, tra RaiDue e RaiTre, la Meloni si è scagliata sui social contro il presunto oscuramento, tramite spot pubblicitari, dell’intervento del Sen. Ciriani, capogruppo del suo partito. Mi sembra difficile pensare che la Meloni si sia distratta durante fasi così importanti del confronto parlamentare, tanto da non vedere la sovraimpressione che annunciava il cambio di rete e credo, una volta di più, che altro non sia che l’ennesimo slogan populistico, tramite il quale manipolare il percepito del proprio elettorato. Un atteggiamento che rappresenta quanto di più lontano dalle richieste del nostro Presidente della Repubblica e da ciò che, in un momento così delicato dal punto di vista sanitario, sociale ed economico, il nostro Paese necessita.

Una dialettica, quindi, che conferma quanto in assenza di argomenti, di basi, di presupposti, ci si rifugi in demagogia pura, senza mai riuscire a scostarsi dalla sola propaganda a scopi elettorali. Un modus operandi lontano da quel concetto di patriottismo di cui la Meloni continua ad infarcire le proprie uscite e che verrà, probabilmente e fortunatamente, marginalizzato dal nuovo corso politico che sembra iniziare su basi molto più solide, concrete e non basate su slogan ad uso social network.

*Claudio Desirò, Buona Destra

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