Comunali, banco di prova per Pd e M5s

Le elezioni amministrative rappresenteranno un test importante per misurare il consenso dei partiti che hanno deciso di sostenere il governo Draghi, il giudizio sulle amministrazioni uscenti e la credibilità delle nuove alleanza Pd/5 Stelle/Leu. Il centrodestra si presenterà unito ovunque, nonostante la diversa collocazione parlamentare di Fratelli d’Italia rispetto alla Lega e a Forza Italia. Invece rimane da capire come  si presenteranno Pd/Leu e 5 Stelle.

Nei prossimi mesi andranno al voto 1000 Comuni e città come Roma, Torino, Milano, Napoli e Bologna. Che si tratti di un test importante e fuori discussione. Per Pd/Leu e 5 Stelle si tratterà di un passaggio non facile anche se decisivo. Per diverse ragioni. Nella  precedente tornata elettorale Pd/sinistra e 5 Stelle si erano presentati su sponde opposte in aperta polemica. A Torino e a Roma i 5 Stelle hanno strappato l’amministrazione ai partiti del centrosinistra. Zingaretti, Leu e, ormai, anche i vertici del M5s sottolineano la necessità di trasformare la collaborazione di governo in una alleanza strategica. La scelta di dar vita all’intergruppo si muove in questa direzione, ma non si tratterà di un processo facile per le polemiche che hanno caratterizzato i rapporti tra i due partiti all’interno delle varie amministrazioni.

La decisione di consolidare l’alleanza, nella previsione che alle prossime elezioni politiche  si possa presentare come una alternativa credibile al centrodestra non può essere delegata a Zingaretti e non può non nutrirsi di una serie di accordi politico-programatici in sede locale. È una linea politica che un pezzo del Pd contesta apertamente senza peraltro saper avanzare una proposta che sappia misurarsi con il problema delle alleanze, decisivo se vuole mettere in campo una coalizione di governo competitiva. Orfini e una parte degli ex renziani rimasti nel Pd la contestano chiedendo che sia sottoposta a una discussione congressuale. Il fatto è che se Pd e Sinistra, da una parte, e 5 Stelle, dall’altra, si presenteranno divisi la destra avrà vita facile e, forse, fatta eccezione per Milano e per Napoli dove si ricandiderà Bassolino (sempre che il Pd accetti di candidarlo), conquisterà i Comuni più importanti. Per questo è necessario avviare una fase di collaborazione in sede locale; collaborazione che dovrà necessariamente tener conto dello stato dei rapporti che è diverso da realtà e realtà e che, proprio per questo, dovrà assumere forme diverse.

Infatti, la  decisione di considerare il M5s un potenziale alleato impone vincoli precisi e che si abbia il coraggio di muoversi senza tentennamenti in questa direzione, senza fare violenza sulle realtà locali, ma avendo chiaro che senza la costruzione di momenti di intesa in periferia sarà difficile mettere in campo uno schieramento credibile sul piano nazionale.

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