Se Torino fosse "Fantastica"

Nella città di Fantastica sono state indette le elezioni a sindaco. Tra i candidati si presenta un cittadino che dichiara: “Essere fantastichese non è un puro e semplice dato anagrafico ma è una questione di carattere, storia, orgoglio, qualcosa di cui non è facile essere all’altezza ma alla quale per nulla al mondo si può rinunciare. Ho avuto la fortuna di appartenere ad una famiglia che mi ha trasmesso l’etica del lavoro, e così ho imparato che quello che conta nell’impresa, come nella vita, è l’autorevolezza e non l’autorità. Le cose di cui sono più fiero nella mia vita sono di aver lavorato e aver creato lavoro. Viaggiando nel mondo per le mie aziende ho imparato che non ci sono limiti a dove Fantastica e i fantastichesi possono arrivare, a patto che si ricordino dell’eccellenza straordinaria che rappresentano. Fantastica è molto più di una bella città, è una Storia che va fatta rivivere ogni giorno. Amo lo sport e la musica classica e non rinuncerei mai ad un piatto di agnolotti fatti, ben inteso, come si fanno le cose da noi… a Fantastica!”.

Anche a Torino, come a Fantastica, prossimamente ci saranno le elezioni amministrative. Da un compendio dell’Ismel di Mauro Zangola del gennaio 2021 si legge: “Tra le Città Metropolitane del Nord le meno performanti sono Torino e Genova, costantemente lontane dai vertici e con divari significativi soprattutto nel campo del disagio economico e lavorativo. Nel caso di Torino i divari più preoccupanti riguardano i livelli dei tassi di disoccupazione costantemente più alti di 6-7 punti percentuali; un divario che sale a 15 punti se si prende in considerazione il tasso di disoccupazione delle ragazze tra i 15 e i 24 anni. Per Torino non meno edificante è dover registrare la più alta percentuale di famiglie bisognose di aiuti tra le Città Metropolitane del Centro Nord con l’esclusione di Roma. La perdita di peso della Città Metropolitana di Torino è in atto da parecchi decenni come si evince dai dati riportati nello studio Torino negli ultimi 50 anni, realizzato nel 2004 dagli Uffici Studi dell’Unione Industriale e della Camera di Commercio di Torino. Nel 1961 in provincia di Torino si produceva il 5,9% del valore aggiunto prodotto a livello nazionale; oggi il contributo è sceso al 4,2%. Alla stessa data il valore aggiunto per abitante di Torino superava del 36% quello medio nazionale, oggi il plus valore è sceso al 14,2%. In questo intervallo, la rapida industrializzazione del Paese ha consentito alle aree più arretrate di crescere e questo spiega almeno in parte la riduzione dei divari di benessere. In passato Torino ha contribuito alla crescita di queste aree, con il passar del tempo il suo contributo è venuto progressivamente meno, Torino è diventata molto meno attrattiva e questo spiega in buona parte la minor capacità di creare ricchezza e lavoro”.

Alla luce di quanto sopra si evince che lo sforzo per far competere Torino con le migliori città metropolitane è significativo: il sogno sarebbe di competere ad armi pari con il capoluogo lombardo che dista geograficamente solo 130 km dalla Mole Antonelliana ma che risulta essere pressoché irraggiungibile. Allora, se Fantastica fosse, per “assurdo”, Torino, le argomentazioni dell’ipotetico candidato a sindaco possono essere sufficiente per convincere i torinesi a concedergli il proprio voto? Come consiglio da elargire agli elettori, prendo a prestito da Italo Calvino quanto scrisse come conclusione di Le città invisibili (1972): “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

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