La verità sulla Fiat

Parlo con franchezza, augurandomi e pregando di sbagliare ma la situazione del settore auto ex Fiat in Italia è molto peggio di come ce l’avevano raccontata. Prima il calo della produzione, dai 500.000 pezzi prodotti a Torino nel 2000 ai 20.000 del 2019. Poi arriva Tavares in visita a Torino e dice che i costi nelle fabbriche torinesi sono troppo alti. Poi la Gigafactory assegnata a Teramo solo perché lì ci sono le provvidenze del Sud. Ieri Tavares ha annunciato ottime performance reddituale del Gruppo ma a proposito dell’Italia ha detto che “non si può mantenere lo status quo”.

Gli azionisti italiani non parlano; gli ex sindaci che giocavano a carte alla domenica con Marchionne non parlano; il responsabile fabbriche del Pci dal suo buon retiro romano e non parla. I titolari delle aziende dell’indotto che ora sono in attesa di trovare spazi con il management scelto dai francesi ovviamente non possono dire cose forti sulla ex Fiat.

Ma Torino e il Governo più serio degli ultimi anni debbono sapere. La Ex Fiat per il futuro del lavoro a Torino è ancora importantissima tanto quanto la Tav. Io ho molta fiducia in Draghi e Giorgetti. Gli altri interlocutori mi sembrano deboli. Conte che era andato in visita a Mirafiori invece di capire si era messa addosso una felpa della azienda.

Ecco perché il 3 e il 4 ottobre Torino ha bisogno di avere un Consiglio Comunale in cui vi sia esperienza, competenza manageriale e tanta determinazione perché è ora che a parlare con Tavares e John Elkann ci vada gente con la schiena dritta, molto dritta, non come quelli che hanno amministrato negli ultimi 15 anni.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro

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