Invasi, se ne parla quando manca l'acqua

Egregio Direttore,
di tanto in tanto, quando manca l’acqua a causa della siccità si torna a parlare della necessità di invasi in provincia di Cuneo. Peccato che si è sempre persa negli anni passati occasione per fare fronte comune per affrontare questa necessità e che le più recenti sollecitazioni sono saltuarie e pressoché isolate. Voci, anche qualificate, che declamano, purtroppo, fra l’impotenza della classe dirigente locale, ma soprattutto nell’assenza di una programmazione nazionale. È una questione vitale che si trascina da anni. Ma la cosa non ha impegnato i vari responsabili di governo. I progetti principali degli invasi, che sono costati anni di studi, di indagini e di soldi, sono oggi alcuni ancora nei cassetti della Provincia: Moiola (preliminare), Stroppo (preliminare), Pian Marchisa (preliminare); quello di Isola-Tanarello è dell’Enel e quello di Serra degli Ulivi è opera dei Consorzi di secondo grado Pesio-Ellero.

È nei primi anni 1980 che fu prospettato il progetto di realizzare nella valle Stura di Demonte un invaso a scopi multipli, ad opera di uno dei massimi esperti in materia, l’ing. Giovanni Tournon, con la collaborazione dell’ing. Salvatore Guido Selleri, dirigente della Provincia. L’invaso prevedeva 200 milioni di metri cubi di acqua per l’integrazione irrigua dei comprensori di destra e sinistra Stura. Del progetto se ne occuparono con passione il sen. Natale Carlotto della Coldiretti e il presidente della Società Acque Granda Marco Botto. Fatica sprecata. Nel 1984 viene approvato il progetto preliminare della diga di Stroppo in Valle Maira, alternativa a quella di Moiola; è giudicato finanziabile, ma è poi sospeso per carenza di fondi. Il progetto è costato 1miliardo 235 milioni di lire e prevedeva una capacità di 42 milioni di metri cubi d’acqua. Gli unici a sostenerlo con insistenza per anni sono l’on. Teresio Delfino, sindaco di Busca, il direttore della Coldiretti Cantamessa e il consigliere provinciale Chiarenza. Il progetto dello sbarramento di Isola sul Tanarello per uso plurimo fu predisposto dall’Enel nel 1997 nell’ambito del Consorzio del Tanaro. Incontrò la contrarietà dei Democratici di sinistra, dei sindaci della valle e di Lega Ambiente. Pian Marchisa in Valle Ellero è un progetto avviato agli inizi degli anni 1990 e poi dimenticato. Rimane Serra degli Ulivi, che è oggi un progetto esecutivo che necessita di un ultimo finanziamento per divenire finalmente cantierabile.

A peggiorare la situazione generale di immobilismo è il pratico azzeramento progettuale dell’ente Provincia, che era stato in passato la struttura di impulso e di supporto politico e tecnico. Ma più di tutto si paga l’assenza di una programmazione nazionale per gli invasi, che dovrebbe avere come punto di riferimento e di decisione i ministeri delle Infrastrutture e dell’Agricoltura. Il problema di ogni singolo invaso da costruire va inserito in una politica delle acque nazionale che di fatto non esiste. Per cui, per esempio, in Piemonte è solo in provincia di Novara che si prevede un futuro invaso, sebbene l’area geografica che va dalla provincia di Novara a quella di Pavia benefici delle acque provenienti dal lago Maggiore, così integrando risorse già disponibili.

Per concludere, in sintesi, è necessario uscire dagli equivoci progettuali e reinventare una programmazione a livello nazionale. La provincia di Cuneo ha bisogno di irrigare 140.000 ettari di terreno. Da vent’anni ci si barcamena ad invocare piccoli invasi, che non solo non si costruiscono, ma non risolvono i problemi, anche a causa dei costi stante la mancanza di economie di scala. Non si affronta la carenza idrica con fantasiose soluzioni minime. Inoltre, a prescindere dalla classe dirigente locale, non esiste a livello governativo centrale unità di indirizzi programmatici, complementarietà fra i vari ministeri. Negli anni 1960 l’Italia aveva bene o male riscoperto i principi della programmazione, ma dopo non è stato più così.

Ringrazio per l’ospitalità.

*Paolo Chiarenza, ex consigliere provinciale

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