Toponomastica, non si cancella la storia

Gentile Direttore,
leggo della proposta di Silvio Viale circa l’intenzione di cambiare il nome a Corso Unione Sovietica a Torino, che dichiara (cito): “la denominazione Unione Sovietica di uno dei principali corsi cittadini è superato dalla storia e non risponde più ai requisiti iniziali, per cui la sostituzione con Unione Europea è più appropriato”.

Vorrei ricordare un paio di cose. La prima: l’idea non è molto originale. Per motivazioni, bisogna riconoscerlo, molto diverse, venne già avanzata nel 2001 da Agostino Ghiglia (An) e, durante il mandato di Piero Fassino, dal simpatico collega Angelo D’Amico (che quando citava Mussolini lo insigniva del titolo di “Sua Eccellenza il Cavalier Benito Mussolini"”).

Ora, come feci allora, faccio notare che la denominazione non venne decisa da trinariciuti esponenti del Pci, ma dal Consiglio Comunale di Torino che, all’indomani della Guerra di Resistenza, decise di onorare le potenze che avevano contribuito alla Liberazione del Paese (Stati Uniti, Inghilterra, Francia e, appunto, Unione Sovietica) intitolando loro quattro arterie principali della nostra città. Per cui è storia. E nessun revisionismo, né di destra né di sinistra, potrà mai cancellare lo spirito che ispirò quella scelta. Addirittura, venne proposto di modificare il toponimo in “Corso Russia”! Chissà cosa ne avrebbero pensato, kazaki, tatari, georgiani e, oggi, Ucraini che furono tra i maggiori “donatori” in termini di vite umane nel secondo conflitto mondiale. Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi. La ringrazio per l’ospitalità.

*Dario Troiano, ex consigliere comunale della Città di Torino

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