Invasi, tiriamo fuori le vecchie proposte 

Egregio direttore,
siamo arrivati all’allarme rosso per i gravi problemi di mancanza di acqua per l’irrigazione e l’uso idropotabile, e prima di giungere all’esasperazione, si tirino fuori dal cassetto le vecchie proposte di invasi e si persegua la loro realizzazione. Sono necessari volontà politica, determinazione e unità di intenti. Altrimenti ancora affonderemo nella inettitudine, nella negligenza, nella colpa.

Siamo di fronte al fabbisogno di almeno 220 milioni di metri cubi di acqua per uso plurimo. Di contro, per tanti anni nessun organismo di vertice è preposto al governo delle acque. Da tanti anni assistiamo all’assenza di intervento da parte delle istituzioni. Da tanti anni assistiamo alla debolezza della classe politica. Da tanti anni assistiamo ai timori delle associazioni di categoria. Da tanti anni assistiamo alle pregiudiziali opposizioni degli ambientalisti. Da tanti anni assistiamo ai veti dei campanilismi locali. Da tanti anni assistiamo all’indifferenza della stampa. Da tanti anni assistiamo all’ostracismo degli appelli e delle proposte della Destra politica. Da tanti anni assistiamo all’isolamento dei tecnici. Da tanti anni assistiamo all’avversione ideologica verso la costruzione di dighe. Da tanti anni assistiamo alla diffidenza dell’opinione pubblica riguardo la costruzione di invasi.

Finalmente qualche segnale di iniziativa sembra levarsi. La Coldiretti si è ricordata dell’impegno profuso a suo tempo dai suoi vecchi dirigenti Carlotto e Bergese. Qualche esponente politico si sta interessando al problema. Comunque, non si possono risolvere grosse e pressanti esigenze d’acqua con soluzioni minime costose e insufficienti. Pertanto, la Regione, come segno distintivo, e la Provincia come aspirazione alla rinascita, si impegnino prontamente per ottenere il finanziamento da parte del Ministero delle Infrastrutture della progettazione esecutiva a completamento dell’invaso di Serra degli Ulivi (10 milioni di metri cubi di acqua) in quel di Villanova Mondovì, e per rilanciare gli studi sull’invaso di Moiola in Valle Stura (160 milioni di metri cubi), di Stroppo (40 milioni di metri cubi), di Isola sul Tanarello (30 milioni di metri cubi), di Pian Marchisa nel bacino dell’Ellero (30 milioni di metri cubi).

Non devono rimanere soltanto sogni nel cassetto. Su quei progetti si sono misurati in anni passati tecnici di rilievo. Una politica degli invasi permette altresì la produzione di energia alternativa a costi inferiori, che ridurrebbero al minimo il consumo di energia termica. Lo capiamo che è tempo di scegliere, di decidere, di muoversi?

Grazie per la pubblicazione.

*Paolo Chiarenza, Guido Giordana, Enzo Tassone

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