Crocifisso in aula, Torino ha altri problemi

Ammesso e non concesso che la laicità dello Stato e delle sue Istituzioni possa passare dalla rimozione del crocifisso dalla Sala Rossa di Torino, ci si chiede se davvero certe battaglie portate avanti in modo cabarettistico dal consigliere Silvio Viale, non siano strumentalizzate ad arte unicamente per la voglia di apparire, al costo di sminuirne il valore. Da habitué del presenzialismo ad ogni costo, il buon Viale ci ha abituato a continue uscite rumorose che sembrano studiate ad arte per attirare l'attenzione su di sé. Basti pensare al banchetto a base di farine di insetti organizzato qualche giorno fa, quasi in concomitanza dell'ennesima seduta consiliare conclusa anzitempo per la mancanza del numero legale dovuta alle assenze dei consiglieri di maggioranza. Probabilmente, per il consigliere Viale, i problemi della Città non sono importanti o, più probabilmente, non sono abbastanza appetibili per ottenere la visibilità ricercata. Però, in una Città alle prese con numerosi problemi, che passano dalla mala-movida al degrado urbano, dalla microcriminalità ai cantieri selvaggi, fino alla crisi industriale e del commercio, ci si chiede fino a che punto un Consigliere di maggioranza voglia e possa spingersi per apparire, senza minimamente occuparsi dei problemi con cui i cittadini che rappresenta si devono confrontare.

*Claudio Desirò, segretario nazionale di Italia Liberale e Popolare

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