Città della Salute, emergenza personale 

Il Nursing Up Piemonte, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, dopo avere partecipato con una propria delegazione alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome tenutasi a Torino, nei giorni scorsi, nella quale gli interventi del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, hanno ancora una volta sottolineato la centralità della questione sanità per il Paese e per le regioni, intende porre con fermezza e indignazione la questione irrisolta della carenza enorme e non più sopportabile del personale infermieristico alla Città della Salute di Torino.

A oggi, alla Città della Salute di Torino, punta di diamante della sanità piemontese ed eccellenza sanitaria riconosciuta in Italia e in Europa, mancano almeno 500 unità tra infermieri e professionisti della sanità. Un fatto gravissimo, che non può attendere oltre per un’azione da parte della Regione, che sia risolutiva e determinante per evitare che la prima azienda sanitaria del Piemonte si trovi in una situazione di emergenza irreversibile con lo spettro di ulteriori accorpamenti o tagli di reparti e servizi alla cittadinanza. La questione Città della Salute di Torino deve essere centrale nelle politiche sanitarie della Regione. Non si può più attendere oltre. Nonostante gli accordi presi dall’osservatorio attuato con la Regione, nonostante i piccoli, minimi, passi avanti fatti con le assunzioni e il timido innalzamento del tetto di spesa, quella che è la prima azienda sanitaria del Piemonte, tra le prime in Italia per eccellenza sanitaria prodotta, è incredibilmente anche la prima tra tutte le 18 aziende del Piemonte sulla lista dell’emergenza per l’enorme carenza del personale.

Ora abbiamo bisogno di risposte e di una politica concreta che inverta la rotta. Intanto si sta aggravando il fenomeno dei licenziamenti, che al ritmo anche di uno o due al giorno sottraggono personale ai reparti. Sempre più infermieri e professionisti sanitari, sfiancati da turni impossibili per coprire tutti i servizi in assenza di personale adeguato, scelgono di andare a lavorare altrove. Non si tratta solo di una scelta economica, ma anche personale e di tutela della propria salute. Le persone non riescono più a sopportare carichi di lavoro di decine e decine di ore, settimane in cui infermieri e professionisti sanitari non hanno una più una vera vita non lavorativa e una famiglia, perché costretti ad essere sempre in ospedale. A ciò si aggiunge l’alta percentuale di limitazioni che il personale della Città della salute registra, un po’ in ogni reparto. Personale che per ragioni di età o per patologie certificate non possono svolgere gli incarichi più usuranti o i turni h24. Un fenomeno che, accoppiato alla carenza di personale, ha un effetto deflagrante sulla gestione dei turni mettendo in sofferenza ancora maggiore chi deve coprirli. E quando il personale non c’è cosa capita? Potrebbe succedere o che vengano accorpate le strutture o che si ricorra alle esternalizzazioni.

Un meccanismo perverso che non porta benefici. Non è giustificato e giustificabile lasciare un’azienda che dovrebbe essere il vanto di questa regione in tali condizioni. Bisogna mettere coloro che sono in servizio nelle condizioni di poter lavorare, e procedere subito alle assunzioni di personale fresco e preparato che possa coprire questa enorme e a oggi inarrestabile falla. Nella provincia di Torino esiste ancora una graduatoria concorsuale a cui si potrebbe attingere, per sopperire a questa grave carenza. Una proposta, questa, già fatta alla Regione in diverse occasioni nell’anno in corso, alla quale purtroppo non è stato mai dato eseguito. Deve essere ben chiaro: il personale se ne sta andando anche e soprattutto per condizioni invivibili in cui si trova vedi i turni massacranti.

Cosa si attende dunque ad agire? A cosa dovremo assistere? Ad un’azienda costretta a chiudere reparti o ad accorparli limitando l’offerta dei sevizi per assenza di personale? Già oggi, con alcuni settori dieccellenza che hanno fatto ricorso alle esternalizzazioni, alla Città della Salute siamo all’osso per il personale. Ripeto: c’è bisogno di personale adeguato e anche preparato perché per lavorare in certi settori è necessario avere esperienza e conoscenze specifiche. Se questo personale non c’è, domani cosa accadrà? Chiediamo risposte immediate alla Regione e come sindacato siamo pronti a mettere in campo ogni strumento di legge a nostra disposizione per fare in modo che il problema della Città della Salute diventi centrale nella politica sanitaria del Piemonte. La situazione così com’è oggi non è più sopportabile, la carenza di personale aumenta di giorno in giorno e il timore è che prima o poi sigiunga davvero al collasso del sistema..

*Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up

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