Maroni e Albertini, gattopardi lombardi

Durante questi anni hanno semplicemente e in maniera completamente acritica sostenuto in tutto e per tutto Formigoni, anche di fronte agli scandali. Le loro candidature rappresentano l'ennesimo atto di trasformismo della Seconda Repubblica

Le candidature di Maroni e Albertini a Presidente di Regione Lombardia rappresentano l’ennesimo atto di trasformismo della Seconda Repubblica. Pdl e Lega, dopo aver messo in ginocchio l’Italia con un pessimo governo nazionale e aver, insieme, male governato la Lombardia negli ultimi 12 anni, presentano ora i loro due campioni di ipocrisia, ammantati di verginità e alfieri di buoni propositi. Alcune domande sono però d’obbligo: dov’erano Maroni ed Albertini quando, in Lombardia, scoppiavano gli scandali sulla sanità, sulla formazione, nel settore ambientale e nei lavori pubblici? Come mai non hanno detto nulla sui 16 indagati in Regione Lombardia e su tutti gli altri indagati e arrestati degli ultimi anni iscritti ai loro partiti? Erano forse distratti da altri interessi?

 

Perchè non hanno proferito parola neppure quando in Regione Lombardia è stata riscontrata la presenza di persone collegate alla criminalità organizzata? Maroni e Albertini, durante questi anni, hanno semplicemente e in maniera completamente acritica sostenuto in tutto e per tutto Formigoni, anche davanti all’indecenza dei casi S. Rita, S. Raffaele e Maugeri. Nonostante questo, oggi, vorrebbero presentarsi come gli alfieri della discontinuità rispetto al governo precedente. A mio parere Maroni e Albertini non hanno più alcuna credibilità, rappresentano il vecchio e il compromesso. La Lombardia ha bisogno di ben altro, i Lombardi hanno bisogno di gente seria e concreta, non di “gattopardi di partito”.

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