San Paolo vuole meno Compagnia
18:08 Lunedì 07 Luglio 2014 0La Fondazione potrà scendere nel capitale di Intesa, “ma non immediatamente” dicono i vertici di corso Vittorio. Nel frattempo snellirà “significativamente” i propri organismi. A farne le spese saranno le ex Province e la rete camerale
La Compagnia di San Paolo potrà scendere fino al 6,5% del capitale ordinario di Intesa Sanpaolo, abbassando l’attuale limite minimo del 7,96%. Lo ha deliberato all’unanimità il consiglio generale. “Nessun effetto immediato sul portafoglio né esigenze di cassa, solo una logica di flessibilità”, ha spiegato il presidente Luca Remmert che ha ribadito piena fiducia nel management e nel piano d’impresa della banca che “prevede dividendi interessanti”. Oggi la Compagnia ha in cassaforte il 9,7% della banca. “La riduzione del tetto – ha sottolineato Remmert - non vuol dire che immediatamente scendiamo. Non abbiamo intenzione di alleggerire la partecipazione in Intesa. Confermiamo il nostro ruolo di stabilità all’interno della banca e di tutto il sistema. Non abbiamo neppure esigenze di cassa, dal momento che abbiamo appena estinto la linea di credito da 250 milioni accesa con Jp Morgan”. “Abbiamo operato in un orizzonte di lungo termine”, ha aggiunto il segretario generale Piero Gastaldo.
La modifica del limite della quota detenuta dalla Compagnia nella banca di Ca’ de Sass rientra nella decisione del consiglio generale di rivedere “L’Atto di Regolazione in materia di modalità e criteri di gestione del patrimonio”, “un documento molto articolato, che risale al 2009 – ha spiegato Remmert – che contiene tutti i dettagli sulle modalità di gestione del patrimonio, con aspetti complicati”. Oggi il patrimonio è al 50% gestito e al 50% rappresentato dalla partecipazione in Intesa Sanpaolo: “la decisione assunta – ha spiegato Remmert - ci avvicina alla percentuale del 30% di incidenza della quota nella banca conferitaria sul patrimonio della Fondazione”. Remmert ha escluso che ci siano state richieste di acquisto da parte dei fondi azionisti di Intesa e che sulla decisione assunta esistano patti con le altre Fondazioni.
Il parlamentino della fondazione ha anche avviato la procedura di revisione dello statuto verso una riduzione significativa del numero dei componenti del Consiglio generale e del Comitato di Gestione che dovrebbe concretizzarsi entro la pausa estiva. Verrà limato il numero dei componenti del consiglio generale (oggi sono 21) e dei membri del comitato di gestione (attualmente sette). Il presidente non ha fornito l’entità dei tagli perché “oggi sono stati dati degli orientamenti alla commissione statuto che riformulerà le sue proposte”. Certo, “si ragiona sul fatto che nelle Province qualcosa stia succedendo e anche sulla rappresentanza delle Camere di commercio”, ha spiegato Remmert, lasciando intendere che proprio dalla trasformazione delle Province e dalla riforma del sistema camerale potrebbero derivare alcuni possibili “sacrifici”. I tempi per il nuovo statuto saranno rapidi: “A breve verrà convocato una nuova riunione del consiglio generale” per decidere sulle modifiche statutarie. Quando? “Siamo fiduciosi sia entro la pausa estiva”, ha confidato il presidente.