CINQUE CERCHI

Svolta sulle Olimpiadi, Appendino prepara il sì

Passerà attraverso la Città Metropolitana il via libera alla candidatura di Torino ai Giochi del 2026. Una manovra per aggirare le resistenze interne alla sua maggioranza in Sala Rossa. Visita di Malagò

Deve passare la nottata, e la nottata è quella del 4 marzo, dopodiché la sindaca Chiara Appendino premerà sull’acceleratore verso la strada che porta Torino alla presentazione del dossier olimpico per i Giochi del 2026. Che la sindaca sia da sempre più che orientata verso il “sì” è cosa risaputa, ma allo stesso tempo deve fare i conti con le resistenze di un pezzo della sua maggioranza in Sala Rossa, i duri e puri del Movimento 5 stelle come Viviana Ferrero e Damiano Carretto, sin dall’inizio contrari alle Olimpiadi. È necessario muoversi coi piedi di piombo, senza strappi, e per questo il primo passo istituzionale verrà compiuto in Città Metropolitana, dove giace da un paio di settimane una mozione presentata dai democratici Monica Canalis e Mauro Carena per chiedere alla sindaca che è anche al vertice dell’ex provincia di sostenere la candidatura di Torino e delle sue valli.

Nell’ultimo mese le pressioni su Appendino si sono moltiplicate: dalla politica alle categorie datoriali, ma lei ha messo la mordacchia al dibattito, rimandando tutto a dopo le elezioni. Intanto, però, non è stata ferma. Ha preparato il terreno, innanzitutto rassicurando i colleghi dei comuni olimpici e gli stakeholder del territorio che da tempo le chiedono di sposare un progetto ambizioso quanto sostenibile, almeno stando a quanto riportato nei piani low cost del presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte.Secondo le prime ipotesi sono previste spese per circa un miliardo di euro, circa la metà di quelle impiegate per i Giochi invernali del 2006. In città il clima di crescente favore verso la manifestazione olimpica emerge anche leggendo in filigrana gli articoli della stampa casalinga in cui traspare la volontà da parte dell'establishment di “aiutare” la sindaca in questa difficile decisione.

La prima cittadina si è mossa anche sul fronte interno. E in questo senso va letta l’apertura ottenuta la settimana scorsa da Luigi Di Maio, che le ha consegnato carta bianca, assicurando quella copertura politica necessaria per placare i malumori dei suoi consiglieri più recalcitranti. “Ci rimettiamo alla decisione della sindaca, che conosce meglio il territorio” ha detto il leader della formazione pentastellata. E lei cosa fare già lo sa.

La decisione di partire dalla Città Metropolitana è tutt’altro che casuale. Innanzitutto perché l’evento olimpico non riguarda solo il capoluogo, ma anzi coinvolge i comuni delle Valsusa e del Pinerolese, che sin dalla fine dello scorso anno si stanno agitando per ottenere il placet della sindaca. Nell’ultimo incontro ufficiale, fortemente voluto dal primo cittadino di Sestriere Valter Marin, persino il collega di Pinerolo Luca Salvai, anche lui grillino, è sceso ufficialmente in campo, accettando il ruolo di portavoce dei sindaci delle valli presso Appendino. Il pressing ormai è a tutto campo e per certi versi al piano nobile di Palazzo Civico fa pure comodo. In fondo se mezza Torino, soprattutto quella che conta, chiede insistentemente di sostenere la causa come può sottrarsi? A ciò si aggiunga che in Città Metropolitana il M5s non ha la maggioranza e quindi un eventuale semaforo verde potrebbe passare come una mediazione necessaria (per quanto sofferta), in grado tuttavia di rappresentare un punto di non ritorno. Non sfugga, inoltre, che mentre in via Milano l’amministrazione è alle prese con un bilancio lacrime e sangue la Città Metropolitana già da quest’anno dovrebbe godere di trasferimenti statali in grado di consentirle margini di manovra maggiori e forse per questo nella testa di Appendino l’ex Provincia potrebbe assumere la regia di tutta l’operazione.

Il dossier è in fase di preparazione e il 31 marzo sono in tanti pronti a scommettere che anche Torino avrà presentato la propria domanda al Cio. A limare gli ultimi dettagli ci hanno pensato due esperti di Olimpiadi come l’industriale Bruno Rambaudi, già vicepresidente del Toroc e Piercarlo Sibille, direttore tecnico dell’Agenzia Torino 2006 e all'epoca responsabile della realizzazione degli impianti olimpici.

Domani a Torino ci sarà anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, ma ha già fatto sapere di non voler rilasciare dichiarazioni sulle Olimpiadi, anche per non mettere in imbarazzo la sindaca. Non si è sottratto, però, a una battuta su Domenico Fioravanti, ex medaglia d'oro di nuoto, candidato a Torino per il M5s e ministro dello sport in pectore (qualora Di Maio approdasse a Palazzo Chigi): “Sicuramente Domenico è molto legato ai valori dei cinque cerchi, deve la sua epopea sportiva alla meravigliosa Olimpiade di Sydney 2000, primo italiano a vincere due medaglie d’oro”. La strada sembra ormai segnata.