GRANDI EVENTI

Tregua olimpica tra i Cinquestelle

Si ricompone, almeno per il momento, la frattura tra Appendino e la sua maggioranza. Entro il 1° luglio una decisione condivisa su Torino 2026. Verso il Sì alla candidatura

Dalle imprecazioni alla riconciliazione il passo può essere breve. Non c’è stato bisogno della mediazione di Luigi Di Maio per ricomporre la frattura tra Chiara Appendino e i consiglieri della sua maggioranza: la riunione di questa sera è scivolata via in modo "sereno", senza particolari tensioni mentre la sindaca  chiariva i passaggi più delicati del dossier olimpico. “È stata una riunione tecnica – dice uno dei presenti – abbiamo rimandato a un altro momento il confronto politico”, “una bella discussione”. Assieme alla prima cittadina anche l'estensore del pre-dossier olimpico, l'architetto Alberto Sasso

“Pur restando dei dubbi sull’opportunità di avanzare una candidatura olimpica, il gruppo consiliare del M5s ha avanzato valutazioni di merito sul contenuto del documento, evidenziando criticità e proposte ma soprattutto si è espresso sulla visione politica di sviluppo territoriale - si legge in una nota della formazione pentastellata in Sala Rossa -. Le idee emerse confluiranno quanto prima in un manifesto di indirizzo capace di racchiudere i valori propri della cultura politica del Movimento 5 Stelle, principi e proposte che riteniamo debbano essere necessariamente declinati nei contenuti di merito del pre dossier”.

Più che pace una tregua armata, siglata da due fronti che hanno capito di essersi entrambi spinti un po’ troppo oltre e che il rischio di raggiungere il fatidico punto di non ritorno stava diventando di ora in ora più concreto. Una conclusione cui deve essere arrivato anche chi, da alcuni consiglieri e non solo, è stato indicato come il vero regista della "rivolta dei 15", andata in scena subito dopo il Consiglio di lunedì, ovvero il presidente della Sala Rossa Fabio Versaci. “È stato lui” a gettare benzina sui focolai di risentimento emersi dopo la richiesta di rinvio delle comunicazioni sui Giochi avanzata da Appendino lunedì? Chissà. Di certo questa volta – a differenza che in passato – non ha fatto nulla per spegnerli. Nessuna uscita pubblica. E pure l’abbandono anzitempo della riunione nella notte dei veleni è parso alquanto sospetto. 

Al termine della riunione sindaca e maggioranza hanno fissato al 1° luglio il termine ultimo per una risposta “di gruppo”, coesa e unitaria. Entro il 3 luglio, infatti, andranno formalmente presentate le candidature al governo e al Coni, e Appendino è decisa a proporre Torino, in linea con Di Maio che già mesi fa aveva spiegato come un movimento di governo non possa sottrarsi alla sfida di realizzare un grande evento a basso impatto economico e ambientale. Una settimana di tempo per consentire alla sindaca di far rientrare almeno una parte di quei 15 consiglieri che due giorni fa le hanno voltato le spalle. Intanto, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, avrebbe fatto sapere di essere disponibile a incontrare coloro che si oppongono a un ritorno dell’evento olimpico sotto la Mole. Ad annunciarlo è l'associazione CoNo, il Coordinamento No Olimpiadi nato nel capoluogo piemontese qualche mese fa, che ribadisce l’insostenibilità economica e ambientale del grande evento. Durante il vertice a Palazzo Civico, gli attivisti del No ha radunato una decina di cittadini contrari ai Giochi (c’erano anche altrettanti sostenitori del Sì che hanno srotolato a terra uno striscione con la scritta To 2026, passion still lives here e non sono mancati anche momenti di tensione tra le opposte tifoserie).

L’attesa del capo politico grillino Di Maio, come detto, è stata vana a causa degli impegni istituzionali del vicepremier, impegnato in serata in un Consiglio dei ministri convocato per discutere delle proposte da lui stesso presentate e quindi a cui non poteva mancare. Forse verrà nei prossimi giorni, forse no. Persino sulla sua presenza oggi a Torino c’è stato un giallo quando un deputato piemontese che l’ha intercettato a Montecitorio, ha fatto sapere che il vicepremier ha liquidato come una “fake news” la possibilità di un suo blitz nel capoluogo subalpino per sedare gli animi irrequieti dei consiglieri grillini.