PALAZZO LASCARIS

"Più autonomia" al Piemonte, Forza Italia incalza Chiamparino

La trattativa per ottenere maggiori competenze dal governo si è arenata. E il centrodestra sollecita il governatore. Il capogruppo azzurro Fluttero: "Vediamo chi si impegnerà davvero nell'interesse dei piemontesi e non per fini elettorali"

Doveva essere una discussione lampo e invece la trattativa con il governo per l’assegnazione di maggiore autonomia al Piemonte, sulla scorta delle azioni già messe in campo da Lombardia e Veneto (in seguito a un referendum) ed Emilia Romagna è in fase di stagnazione. E se Sergio Chiamparino doveva agganciare il treno trainato dai colleghi Zaia, Maroni (poi sostituito da Fontana) e Bonacini, la sensazione è che il convoglio sia ormai passato e il Piemonte l’abbia perso. Per questo il gruppo di Forza Italia ha depositato un ordine del giorno in Consiglio regionale per impegnare il governatore a riprendere i contatti con il nuovo esecutivo: “Ci aspettiamo che la giunta, fino a oggi molto timida nell’affrontare l’argomento, finalmente si muova avviando un dialogo trasversale con il governo nell’esclusivo interesse del territorio – afferma l’azzurro Luca Bona, primo firmatario del documento, sottoscritto anche dai colleghi -. D’altra parte é evidente che nell'area della Macroregione Padano-Alpina il Piemonte è la regione che maggiormente soffre l’attuale congiuntura economica”. “Noi sosterremo in modo convinto un processo che metta al centro il Piemonte e la sua autonomia fiscale – conclude il capogruppo Andrea Fluttero - vedremo chi giocherà fino in fondo la partita e non solo per fini elettorali contingenti”. Il documento ha già ottenuto anche un via libera di massima della maggioranza, disponibile a sostenerlo.

E dire che in piazza Castello erano già state messe nero su bianco le sue istanze già a cavallo tra il 2017 e il 2018, con la richiesta di eliminare i vincoli di destinazione sulle risorse del Fondo sanitario nazionale, di dismettere il patrimonio edilizio obsoleto e non più utilizzabile per nuovi investimenti sanitari, di promuovere forme di previdenza integrativa per gli interventi legati alle non autosufficienze. Questo per quanto riguarda la Sanità. Tra i punti inseriti nel documento anche quelli su politiche attive del lavoro e formazione, consentendo agli enti regionali di realizzare un’offerta formativa coerente con le specificità dei sistemi produttivi territoriali, “tale da permettere l’incremento dell’occupazione, ridurre il tasso di dispersione scolastica, innalzare la percentuale dei giovani che hanno una istruzione di livello secondario e terziario”. E poi le funzioni di competenza statale in materia di edilizia scolastica e diritto allo studio, risorse per nuovi investimenti e insediamenti e per sostenere le filiere produttive più strategiche avviando la semplificazione amministrativa in materia urbanistica, la titolarità o la gestione dei beni culturali statali presenti sul territorio (musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche, complessi monumentali) e infine maggiore autonomia rispetto agli aspetti procedimentali e finanziari relativi alla gestione delle acque, alla pianificazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti. Insomma il dossier era pronto, poi deve essersi perso nei meandri delle burocrazie regionali e statali, superato da altre impellenze.

Nei giorni scorsi era intervenuta anche la leghista Gianna Gancia che da tempo ha depositato una proposta di legge: “Ora che un governo c’è, le scuse non reggono più. La giunta, che prima del voto temporeggiava sulla questione dicendo che avrebbe atteso il nuovo esecutivo per procedere, adesso deve necessariamente giocare a carte scoperte e dimostrare quanto davvero voglia l’autonomia del Piemonte”. 

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