BUCHMESSE

Salone del libro "al bando"

Dopo le dimissioni di Bray la Regione cerca con una call pubblica il suo successore alla guida del Circolo dei lettori. Chiamparino: "Immagino una figura manageriale". Dipendenti ancora senza contratto, convocato un tavolo di crisi

Domani, o al massimo dopodomani, verrà pubblicato sul sito internet del Circolo dei lettori di Torino l’avviso pubblico per individuare il successore di Massimo Bray al vertice del Salone del Libro. Entro due settimane la giunta regionale vaglierà la rosa dei pretendenti e procederà con la nomina. A quel punto potrà partire l’iter per la 32ª edizione della fiera, seppur tra mille incognite. Innanzitutto quella relativa al nome stesso della kermesse: il marchio è nelle mani del liquidatore della Fondazione e non è affatto scontato che in caso di asta resterebbe nella disponibilità del nuovo vertice. 

Altra grana è legata al personale: i 12 dipendenti rimasti senza lavoro attendono (anche loro) un bando per entrare nell’organico del Circolo dei lettori e continuare a occuparsi del Salone; ma a quanto risulta le regole d’ingaggio sarebbero decisamente meno convenienti sul piano retributivo rispetto al passato, al punto che alcuni di loro hanno già fatto sapere che non parteciperanno alla nuova selezione.

“Lavoriamo tutti con passione e con l’ottimismo che ha fatto dire ieri al presidente della Regione, Sergio Chiamparino che ad ottobre tutto sarà a posto - dice un dipendente - proprio come il direttore Nicola Lagioia che sta lavorando a sue spese”. Il 24 settembre i dipendenti si riuniranno in un tavolo di crisi, intanto è stato lo stesso governatore a svelare le caratteristiche che dovrà possedere il prossimo presidente: “Pensiamo a un profilo prevalentemente gestionale”, insomma un manager che comunque abbia avuto “a che fare con il mondo della cultura torinese”. Se quest’orientamento fosse confermato allora uscirebbero dalla partita sia Carlo Ossola sia Gianni Oliva, il primo intellettuale di prestigio internazionale, il secondo docente e saggista, più adatti per un ruolo di rappresentanza e di relazioni; mentre potrebbe essere vagliata la figura di Gian Arturo Ferrari, il quale – lui sì – è un manager; mentre c’è addirittura chi ipotizza un clamoroso ritorno di fiamma con Giulia Cogoli dopo la sfortunata e turbolenta coabitazione con Giovanna Milella. Salgono le quotazioni di Piero Gastaldo, ex assessore della giunta Castellani, che ha appena lasciato la guida operativa della Compagnia di San Paolo, e quelle del notaio Giulio Biino, tanto amico del Salone da aver seguito le procedure di messa in liquidazione della fondazione. Vedrermo chi risponderà al bando.

Intanto, con il passare dei giorni, s’irrobustisce il partito di coloro che definiscono un “errore” la messa in liquidazione della Fondazione, operazione contro la quale a suo tempo si schierò il presidente della Commissione Cultura di Palazzo Lascaris Daniele Valle e, in un primo tempo, l’assessora Antonella Parigi, salvo poi capitolare sotto le pressioni di Chiamparino che a sua volta aveva ceduto a Chiara Appendino. Sull'argomento è tornato in queste ore anche il consigliere Luca Cassiani: "Potevamo lasciare in piedi la vecchia fondazione? - chiede retoricamente in un post su facebook -. Secondo me sì saldando i fornitori, cambiando governance e rifinanziando un percorso trasparente ed economicamente sostenibile per il futuro". Così, dopo essere tramontata l’ipotesi della newco, si è giunti al pasticcio attuale con la diarchia gestionale tra Fondazione per la Cultura e Circolo dei lettori, che entro un paio di settimane rinnoverà il suo consiglio di gestione e vedrà l’ingresso nella propria compagine societaria del Comune di Torino e forse di qualche ente privato finanziatore.

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