GRANA PADANA

"Salvini non usi il Piemonte come merce di scambio"

Sulla Tav si sta giocando una partita politica sulla pelle della nostra regione. Le preoccupazioni di Gancia, capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris, che condivide il richiamo al suo stesso partito del leader degli industriali Gallina: "Difendiamo il nostro futuro"

“In politica talvolta serve una regione da usare come merce di scambio per le trattative”. Il dubbio che quella regione sia il Piemonte e la Tav il suo contenuto più prezioso da offrire in sacrificio alla controparte non sorge certo da oggi guardando alla linea morbida, e in questi giorni, ondeggiante al limite dell’imbarazzo della Lega impegnata nel difendere la Torino-Lione senza irritare oltremodo la parte grillina del Governo.

Oggi, però, a pronunciare quelle parole incorniciandole in certezza è Gianna Gancia, capogruppo della Lega in Consiglio regionale. “Se per il tunnel del Brennero Matteo Salvini ha detto, giustamente, che quando si incomincia a fare un buco in una montagna preferisce finirlo piuttosto che lasciarlo a metà, questo sulla Tav non si è mai sentito”. Da qui e da non poco altro le conclusioni che la Gancia, maritata con Roberto Calderoli, tira sull’atteggiamento “ben diverso” dei vertici del suo partito sulla grande opera “senza la quale il Piemonte è destinato a diventare un’area periferica condannata ad un sottosviluppo secolare”.

Mentre i parlamentari piemontesi del suo partito camminano come aspiranti acrobati sul filo cercando di tenere la linea originaria della Lega – quella a favore delle grandi opere, nessuna esclusa – evitando però di stroncare quella grillina incarnata dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, Gancia, la ribelle, si spellerebbe le mani in applausi a chi, sulla Tav, ha bollato di atteggiamento opportunistico proprio la Lega. “Dico bravo, e lo ripeto, bravo il presidente degli industriali torinesi Dario Gallina. Fa quello che dovrebbero fare tutti: difendere la nostra regione, il suo sviluppo”.

E assai poco sembra importare alla capogruppo della Lega se il numero uno dell'Unione Industriale di Torino ha reagito in maniera decisa alla presa di posizione di Alessandro Benvenuto ed Elena Maccanti, i due parlamentari piemontesi del Carroccio che hanno invitato a soprassedere ai bandi per i lavori della Tav in attesa dell’esito dell’analisi costi-benefici tanto cara ai grillini. “Mi pare una trovata per far prendere tempo utile ai Cinquestelle, ma ormai credo anche alla Lega. Se come dicono i vertici la Tav si deve fare, quella procedura è inutile, ma se invece addirittura la si difende allora i dubbi sulla volontà di completare l’opera non possono che aumentare”.

Proprio l’esame imposto dal M5s sulla convenienza o meno a completare l’opera, bollato da Pietro Salini amministratore delegato di Salini-Impregilo come una commissione dell’Inquisizione per decidere quale strega bruciare, è al contempo il punto di forza per i grillini, un cappio per Salvini e una spada di Damocle non solo per il Piemonte, ma per l’intero Paese. Le non certo rassicuranti posizioni espresse da Toninelli, hanno fatto il resto. E proprio nel confronto – sempre rimasto a distanza per l’indisponibilità del ministro – tra il titolare delle Infrastrutture e il presidente della Regione, la capogruppo della Lega non lesina un “ha fatto bene” riservato a Sergio Chiamparino e alla sua azione in difesa della Tav. “Questo non significa certo che io apprezzi o condivida l’azione politica dell’attuale maggioranza in Regione, ma su questo punto do atto a Chiamparino di avere agito nella maniera giusta”.

Parole che certo non saranno apprezzate dallo stato maggiore salviniano, peraltro già in rapporti non facili, tantomeno idilliaci con l’ex presidente della Provincia di Cuneo approdata nel 2014 a Palazzo Lascaris. Lei ricorre alla storia per dire che la Tav è irrinunciabile: “Le infrastrutture sono indispensabili per la crescita economica e per il progresso civile. Lo sapeva bene Cavour, che fece realizzare il traforo del Frejus, ferrovie e canali vincendo le resistenze di coloro che ne sostenevano l'inutilità".

Insomma, "senza quelle scelte il Piemonte non avrebbe mai raggiunto un elevato grado di sviluppo sia nell'industria sia nell'agricoltura. Oggi la Tav è da considerarsi esattamente alla stregua delle infrastrutture volute di Cavour". Poi, tornando alla politica e al suo partito, si rivolge al Capitano: “Salvini faccia per la Tav come ha fatto per il Brennero e la Pedemontana in Veneto, davanti ai grillini alzi la testa. Perché noi, in Piemonte, non la abbasseremo”.

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