Fondazioni: Anfossi (Compagnia San Paolo), fusioni non sono unica strada

“Se guardiamo il panorama delle fondazioni bancarie, ci sono quelle piccole che non hanno capacità erogativa e poi ci sono le grandi e le medie che invece questa capacità ce l'hanno. Il tema è cosa fare delle prime, di quelle inefficaci”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Compagnia di San Paolo, Alberto Anfossi, in merito al tema del possibile consolidamento tra le fondazioni di origine bancaria. “Noi vediamo vari scenari - ha aggiunto - Lo scenario aggregativo è interessante, ma non è assolutamente l'unico. Può esserci anche una dinamica di trasformazione di queste fondazioni in fondazioni di comunità, presidi territoriali che ricevano finanziamenti da un ente centrale e poi li distribuiscano sul territorio”. “Fusioni troppo spinte - ha sottolineato Anfossi - snaturerebbero la natura storica e il riferimento territoriale delle fondazioni”. Il presidente della Compagnia, Francesco Profumo, da parte sua ha notato che le fondazioni più grandi stanno già svolgendo una funzione “maieutica” e di supporto agli enti minori: “Noi ad esempio abbiamo fatto alcune azioni preliminari di supporto ad alcune piccole fondazioni mettendo a disposizione il nostro centro servizi, dando un sostegno in termini di competenze e anche cofinanziando. La aiutiamo anche a crescere”, ha notato, ricordando che “attraverso Fondaco gestiamo anche un certo numero di patrimoni di fondazioni”. “Da questo punto di vista stiamo cercando di lavorare per il sistema complessivo”, ha precisato. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Profumo ha notato che Compagnia sta già svolgendo questa funzione di supporto ad esempio nei confronti della Fondazione Carige, messa in difficoltà dalla crisi della banca. A chi gli chiedeva se questa collaborazione potrà sfociare in qualcosa di più strutturato, ad esempio in una fusione, Profumo ha infine replicato: “In questa fase va bene così”.

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