PROFONDO ROSSO

Il risanamento di Appendino "preoccupa" la Corte dei Conti

Davanti ai giudici contabili, la sindaca e l'assessore Rolando illustrano i progressi del piano finanziario. Dai magistrati dubbi sull'aumento della spesa corrente nel 2018 e sugli scarsi risultati delle dismissioni

Nel 2017 è proseguito il trend di risanamento dei conti ma la lente dei magistrati contabili è già sul 2018, quando la spesa è aumentata e i tempi di pagamento delle fatture si sono enormemente dilatati. Insomma, pare proprio che anche Chiara Appendino, come i colleghi del M5s a Roma, l’anno scorso abbia dichiarato guerra all’austerity e ora la Corte dei Conti si dice “preoccupata” per un trend di risanamento che ha subito quantomeno un rallentamento.

È come se all’esame di maturità si presentasse nella giuria anche il preside della scuola. Questa mattina c’era il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema, arrivato da Roma per una visita ai colleghi fissata da tempo, a guidare la sezione di controllo del Piemonte (presieduta da Maria Teresa Polito) per la verifica del piano di rientro del Comune di Torino. Davanti a lui siedeva la sindaca Chiara Appendino, l’assessore al Bilancio Sergio Rolando e alcuni funzionari della città. I giudizi più critici, però, li ha espressi il giudice relatore Cristiano Baldi denunciando l’aumento della spesa corrente e i tempi lunghi nel pagamento dei fornitori: “Non può diventare un abbandono del trend che avete virtuosamente seguito fino ad ora”. L'esito di questo "esame" si saprà nei prossimi giorni, quando la sezione di controllo depositerà una relazione tenendo conto delle repliche degli amministratori.

I magistrati contabili, incaricati delle verifiche delle finanze delle amministrazioni pubbliche giudicano al momento positiva la prosecuzione del piano di risanamento, con il debito sceso di 100 milioni nel 2017. Qualche nota positiva anche sul piano di alienazione degli immobili che meno di un anno fa era stato giudicato "ambizioso", come a mettere in guardia dal raggiungimento degli obiettivi. "Il Comune ha fatto e inviato alla Corte un piano di recupero con obiettivi ambiziosi  - hanno ricordato i giudici - finora il piano è sempre stato seguito. Nel 2017 la spesa corrente scende, ma nelle versione provvisoria del rendiconto 2018 ci sono obiettivi a cui ci si è avvicinati ma non sono stati raggiunti e questi andranno esaminati quando arriverà il documento definitivo". Di qui la preoccupazione per l'aumento della spesa corrente nell'ultimo anno. Per la sindaca si tratta di spese una tantum, legate soprattutto alla situazione di Gtt e alla restituzione dei famigerati cinque milioni di euro a Ream. Tuttavia alla Corte non è piaciuto che il ricavato della vendita delle quote di Iren non vada a estinguere mutui e diminuire il debito, ma finisca a ingrossare il calderone della spesa.

"Sulle dismissioni - ha proseguito Appendino - non sono stati raggiunti tutti gli obiettivi ma mettere in moto la macchina è stato complicato. Quanto alle partecipate, sono orgogliosa del lavoro di verifica che è stato fatto". La sindaca ha anche voluto sottolineare che bisogna mantenere le spese per i servizi ai cittadini in un contesto in cui il debito assorbe poco più della metà delle entrate.

Nel frattempo questa mattina la giunta comunale ha approvato una deliberazione, proposta da Rolando, che incarica gli uffici della divisione Risorse Finanziarie di individuare un operatore economico a cui affidare l'analisi dei contratti di finanza derivata sottoscritti dalla Città tra il 2002 e il 2007, ancora attivi e "con un nozionale residuo che, a rendiconto approvato, ammontava a circa 580 milioni di euro". Dopo queste verifiche la Città potrebbe chiedere la revisione o l’estinzione anticipata dei derivati "al minor costo possibile", oppure provvedere al recupero "delle eventuali perdite subite, attraverso negoziazione giudiziale o stragiudiziale”, conclude Rolando.

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