VERSO IL VOTO

Pd al bivio tra deroghe e rinunce

A tre mesi dalle regionali si sfilano dalla competizione il segretario dem Carretta e il vicepresidente della Sala Rossa Lavolta. Torino e la crisi dei Cinque Stelle tirano più della corsa a Palazzo Lascaris. E Laus consolida la sua corrente

È la vigilia delle primarie, ma nel Pd da ieri si parla di elezioni regionali, crisi dei Cinquestelle a Torino, candidature e, soprattutto, mancate candidature. Tutto si tiene in uno scenario in rapida evoluzione in cui prima dei passi avanti arrivano le rinunce. Come quelle del segretario torinese Mimmo Carretta e del vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta: erano considerati tra i favoriti nella corsa per uno scranno a Palazzo Lascaris e invece ieri, a distanza di qualche ora l’uno dall’altro, hanno annunciato un inatteso passo indietro. Cosa succede?

La rinuncia di Lavolta, osservata in filigrana, potrebbe preannunciare la concessione della deroga all’assessora Gianna Pentenero, giunta ormai al terzo mandato in Regione e forte, alle scorse elezioni, di oltre 10mila preferenze personali, conquistate pescando all’interno di una platea trasversale, in gran parte in un’area ostica per il centrosinistra come quella a cavallo tra l’hinterland a Nord di Torino e il Canavese. Difficile rinunciare a lei (qualcuno ritiene più facile sacrificare il presidente del Consiglio Nino Boeti), specialmente in una competizione già così complicata come quella per la quale si sta preparando Sergio Chiamparino. Meglio evitare di togliere dei cavalli di razza a trainare la sua carrozza e poi il via libera ad Aldo Reschigna da parte del partito del Vco sembra aver segnato un solco. Le resistenze tuttavia restano molte e c'è chi si ricorda bene come, al di là di tanti accordi politici una deroga possa essere negata in modo rocambolesco, all'ultimo momento, come accadde cinque anni orsono a Francesco Brizio, durante l'ultima direzione del partito.

Pentenero è anche una dei maggiorenti della sinistra dem (pur provenendo da ambienti decisamente più moderati), gode di un rapporto strettissimo con il deputato Andrea Giorgis e sosterrà Nicola Zingaretti alle primarie. Il suo elettorato, in parte, si sovrappone a quello di Lavolta (anche lui zingarettiano) che rischierebbe così di finire tra gli esclusi del parlamentino piemontese. Anche perché l’altro pezzo della gauche democratica, guidata dalla senatrice Anna Rossomando, in accordo con Paola Bragantini, si sarebbe già schierata con la consigliera uscente Nadia Conticelli, mentre scaldano i motori il sindaco di Beinasco Maurizio Piazza e l'uscente Andrea Appiano. Spazi stretti per Lavolta che ha preferito tenersi stretta una carica prestigiosa e di visibilità come la vicepresidenza del Consiglio comunale di Torino, soprattutto ora che la maggioranza a Cinque Stelle barcolla più che mai.

Archiviate le regionali, Torino sarà l’epicentro di una nuova fase politica: i grillini hanno possibilità pressoché nulle di riconquistare Palazzo Civico (è già tanto se Chiara Appendino porterà a scadenza naturale il suo mandato) e in una città in cui il centrodestra non ha mai davvero attecchito, spetterà al Pd la ricostruzione, proprio come avvenne a uno dei suoi antenati (il Pds) tra il 1994 e il 1995. Una prospettiva che ha ben chiara in testa anche il segretario della federazione di Torino Carretta, il quale al termine di un lungo post su facebook annuncia la sua rinuncia alle regionali per continuare a guidare “una squadra che si riprenderà Torino”. L'incarico di consigliere regionale è incompatibile con quello di segretario del partito provinciale e in questa fase Carretta preferisce poter gestire una fase di ricostruzione politica come quella che attende il capoluogo piemontese, piuttosto che cinque anni di (probabile) opposizione, seppur nel palazzo dorato del parlamentino piemontese. Una scelta in cui il numero uno del partito spiega di aver ricalibrato le sue ambizioni “in un quadro più ampio” e chissà che non possa servire per ampliare, grazie a un paio di alleanze strategiche, un’area già molto solida come quella che fa capo al senatore Mauro Laus. Per il momento nessun accordo è stato siglato, ma c’è chi è pronto a scommettere che a beneficiare del pacchetto elettorale di Carretta possano essere altri due candidati, Daniele Valle e Raffaele Gallo, non a caso i due principali artefici della sua elezione al vertice del Pd subalpino. Il tutto mentre i due big dell’area cattolica, Davide Gariglio e Stefano Lepri, puntano sui rispettivi delfini, Alberto Avetta e Monica Canalis

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