OPERE & OMISSIONI

"Sbloccate i cantieri, vogliamo lavorare"

I sindacati degli edili in vista della mobilitazione nazionale del 15 marzo incontrano Chiamparino e chiedono il sostegno della Regione. Alla protesta aderiscono le 33 organizzazioni del sistema economico del fronte Sì Tav

“Quando, dopo mesi, siamo riusciti ad ottenere un tavolo al ministero per affrontare il problema del settore delle costruzioni, il ministro Danilo Toninelli non si è visto”. Si vedranno, invece, venerdì 15 marzo in Piazza del Popolo a Roma insieme ai sindacati degli edili, a manifestare contro il Governo, i rappresentanti delle 33 associazioni datoriali e di categoria riunite nel comitato SìTav.

“Se ci fosse anche il presidente della Regione ne saremmo molto contenti, ma già il suo sostegno è importante”, dice Massimo Cogliandro, segretario regionale di Fillea-Cgil che insieme ai colleghi Giuseppe Manta di Feneal-Uil e Piero Tarizzo di Filca-Cisl, stamane incontrerà Sergio Chiamparino per illustrargli la piattaforma elaborata dai tre sindacati e per chiedergli il suo appoggio ufficiale.

Delle oltre 10mila e 500 imprese del comparto edile che operavano in Piemonte nel 2008, dopo dieci anni ne sono rimaste poco più di 6mila. Nello stesso arco di tempo i posti di lavoro sono scesi da 44mila e 700 a 24mila. L’attesa risposta alla crisi, solo in parte mitigata nel settore delle ristrutturazioni grazie agli incentivi introdotti dai governi precedenti, da parte del Governo Lega-M5s non è arrivata, “anzi la politica attuata in quasi un anno ha penalizzato e penalizza ulteriormente un settore il cui peso sul pil è a dir poco considerevole e rappresenta uno dei maggiori volani per lo sviluppo”.

Mancanza di investimenti, assenza di una politica industriale per la creazione di lavoro, schizofrenia rispetto ai programmi pluriennali per le infrastrutture, assenza di interventi per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici e privati, interventi fiscali volti a premiare l’evasione, una manovra finanziaria che punta più a meri interventi assistenzialistici che non al rilancio dell’occupazione: queste le principali accuse che i sindacati muovono all’esecutivo gialloverde.

Le ribadiranno tra dieci giorni a Roma in una manifestazione che, dopo quella del 9 febbraio a Piazza san Giovanni, per la seconda volta vedrà esponenti delle associazioni datoriali insieme ai lavoratori e sindacati. E questo, senza sminuire tematiche generali, molto si deve proprio a quello che sta succedendo, o meglio non succedendo, in Piemonte: sulla Tav, ma non di meno sull’Asti-Cuneo.

“Tutto era pronto e definito per completare il tratto di autostrada, ma Toninelli ha bloccato rimettendo in discussione un accordo siglato anche con l’Unione Europea. Un atteggiamento inconcepibile che rischia di produrre nuovi disoccupati e di impedire alla regione di avere in tempi rapidi un’infrastruttura strategica”, osserva Cogliandro ribadendo una posizione che vede sullo stesso fronte forze politiche di diverso colore e tutte le rappresentanze di categoria.

E se si è riusciti a evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro che la cancellazione del Terzo Valico come avrebbe voluto il M5s, dai sindacati si continua a ribadire la necessità di “completare le opere in programma”, come si legge nella piattaforma delle tre sigle che richiamano l’attenzione anche sulla necessità di istituire un Fondo nazionale di garanzia creditizia, alimentato da Cassa Depositi e Prestiti e da investimenti in economia reale da parte dei Fondi di Previdenza complementare, per mettere in condizione le imprese di continuare a competere.

“Anche i dati del Piemonte ci raccontano di come sia sempre più necessario un sistema di garanzie per evitare che imprese, spesso con una storia e un ruolo importante, siano costrette a chiudere aumentando la disoccupazione e impoverendo in sistema economico”, spiega il segretario regionale degli edili della Cgil.

Anche su questo aspetto, così come sulla Tav, sindacati e imprenditori si trovano sullo stesso fronte. Oggi, molto probabilmente, si aggiungerà il sostegno della Regione. Se arriverà, sarà nelle stesse ore in cui a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte con i due vice, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, incominceranno a  discutere il dossier Tav, con la dead line della pubblicazione dei bandi, con Toninelli. “Se il ministro continua a sostenere che la Torino-Lione non sarà fatta – dice Cogliandro – venga a dircelo in piazza”. Visto il precedente del tavolo, farebbe certo più notizia che vedere imprenditori e sindacati insieme. E quello lo si vedrà davvero.

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