COLPI DI TESTA

"Non ci sono più bombaroli bravi", il delirio del grillino Airola

Nell'esprimere solidarietà alla sindaca Appendino il senatore M5s sbrocca e sfida gli anarchici: "Venite a casa mia. Siete pavidi e vigliacchi, non come quelli di una volta che sapevano chi colpire e pagavano di persona". Parole dal sen sfuggite e poi cancellate

“Chi saranno quei o quel miserabile che ha spedito un pacco bomba a Chiara Appendino? Che si nascondono dietro un falso e significativo mittente ma non hanno il coraggio di metterci la faccia? Prima che finisca o finiscano a marcire in carcere, perché li beccheranno, questo è certo. Facciano un salto a casa mia che glielo faccio ingoiare il loro cazzo di pacco. Io il coraggio di guardarlo/vi in faccia ce l’ho, tu o voi non ce l’avete perché siete nati pavidi e vigliacchi”. Varcano il confine della farneticazione le parole con cui il senatore grillino Alberto Airola esprime sui social la propria solidarietà alla sindaca di Torino dopo il pacco bomba ricevuto a Palazzo Civico e prontamente messo in sicurezza dalla polizia municipale prima che venisse recapitato alla destinataria, Appendino appunto.

Airola è un fiume in piena e sceglie la provocazione nei confronti dei mittenti, che secondo gli inquirenti sono riconducibili al mondo anarco-insurrezionalista vicino all’ex Asilo occupato, sgomberato a febbraio: “Fatevi vivi se avete gli attributi, conigli” scrive ancora Airola che poi si congeda con un Ps: “Sbaglia/te sempre obiettivo. Non capite proprio nulla di Istituzioni. Siete troppo ignoranti per fare i bombaroli. Quelli bravi di una volta sapevano chi colpire e pagavano di persona, evidentemente di gente così, non ce n’è più. È rimasta la feccia peggiore”. Ecco, ci mancava solo l’elogio dei bombaroli bravi di una volta.

E così il post diventa un boomerang per un parlamentare non nuovo a uscite fuori dal seminato del buonsenso. Sconcertati i commentatori, che da ieri sera e con oltre 150 messaggi hanno domandato al senatore a più riprese cosa intendesse per “quelli bravi di una volta”, invitandolo a cancellare il post o almeno il post scriptum – definito “offensivo verso tutte le vittime e i familiari di quelli che tu ironicamente hai definitivo bravi” – e a moderare i toni: “Senatore – commentano – stia calmo e ricordi che è un’istituzione, non un giustiziere della notte, al netto della sua rabbia sacrosanta, non esageri”. Dopo quindici ore in cui sono rimaste on line, Airola dev'essersi reso conto dell'ennesima figuraccia e ha cancellato quelle parole dal post.

Poi arrivano anche le scuse: “La notizia del pacco bomba recapitato a Chiara Appendino mi ha riempito di rabbia e indignazione. Si tratta dell’ennesimo atto vile commesso da individui violenti e senza dignità ai danni dei miei concittadini e di un’amministrazione onesta e coraggiosa che agisce nel loro unico interesse. Per questo, ho scritto d’impeto parole di accusa agli aggressori comunque inopportune. Di questo mi scuso”. “Quello che volevo dire – conclude – è che ammantarsi dell’identità storica anarchica e dei suoi riferimenti culturali per coprire sotto una presunta emulazione un banale quanto vigliacco atto di violenza è patetico e gravissimo”.

Un uomo che ha fatto della difesa a oltranza di Appendino la sua missione. Come quando dopo la tragica notte di piazza San Carlo si esercitò in una surreale invettiva contro i media torinesi perché “i dati riportati sui presunti feriti a Torino sono farlocchi”, ovviamente, secondo Airola “tutto questo per infangare il buon lavoro dell’amministrazione, prefettura e questura”. Poche ore dopo fu costretto a scusarsi. Prima ancora aveva dato del “dittatore” a Matteo Renzi e più recentemente ha invocato le fiamme dell’inferno per il collega del Pd Mauro Laus il quale ora chiede al M5s di “prendere immediatamente le distanze dal delirio di Airola”. “In una città che ha pagato un prezzo pesantissimo al terrorismo come Torino – conclude Laus – le sue parole sono di una gravità inaudita. Ribadiamo la nostra totale solidarietà umana e politica alla sindaca, ma aspettiamo che i 5 stelle si dissocino dalle gravi affermazioni di Airola”.

“Chiunque minacci l’incolumità fisica di chi svolge il proprio compito istituzionale provoca un danno doppio: da una parte si minaccia la vita di una persona ma dall’altra si intende con la violenza intimidire, condizionare le scelte politiche. Si tratta di metodi visti molte volte in questo Paese che sono inaccettabili e vigliacchi. Per questo la mia e nostra vicinanza e solidarietà ad Appendino è totale e incondizionata – afferma Igor Boni, coordinatore di +Europa a Torino –.  Leggendo però le parole del Senatore Airola che testualmente evocano i bravi bombaroli di una volta che sapevano chi colpire e pagavano di persona, i brividi raddoppiano. Di chi sta parlando il Senatore? Dei terroristi che a Torino uccidevano giornalisti, magistrati, poliziotti, operai, gente comune? Di chi minacciava la vita delle Istituzioni nei peggiori anni bui del terrorismo? Delle tante bombe che hanno fatto strage in questo Paese? Dato che credo non possano essere questi i riferimenti di Airola sarebbe bene, sarebbe urgente, ce lo spiegasse in modo netto e chiaro.

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