POLITICA & SANITA'

Pronto soccorso, è vera emergenza

Tutti gli ospedali del Piemonte vivono una drammatica carenza di personale nei servizi di urgenza. Le Asl stanno utilizzando medici delle cooperative. La denuncia e le proposte del sindacato dei camici bianchi Anaao: "La Regione ci riceva"

Una crisi “profonda, grave e sistematica” quella dei Pronto Soccorso del Piemonte e di tutto il sistema dell’emergenza-urgenza ospedaliero, rispetto alla quale ad oggi non c’è stata una risposta minimamente adeguata. Tanto che la carenza di specialisti, accentuata dalla richiesta di trasferimenti in altri reparti così come i pensionamenti o il passaggio a strutture private di numerosi medici del servizio sanitario nazionale, in non pochi casi viene affrontata dalle Asl con l’appalto di interi servizi di Pronto Soccorso a società esterne o a medici privi di adeguata specializzazione assunti con contratti da liberi professionisti.

E’ uno scenario allarmante quello che Anaao-Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri della sanità pubblica, torna ad evidenziare chiedendo al presidente della Regione Sergio Chiamparino, all’assessore Antonio Saitta e al direttore della Sanità Danilo Bono un incontro urgente. La legislatura regionale è di fatto terminata, tra un mese si vota, la giunta sta riempiendo gli scatoloni, ma la questione posta dai camici bianchi e non certo per la prima volta è tanto grave quanto non rinviabile nella sua soluzione.  

“Negli anni il sistema dell’emergenza-urgenza è stato stressato da richieste clinico-assistenziali sempre più gravose e da una crescente attribuzione di compiti e funzioni, spesso accompagnate da una riduzione delle risorse ad esso destinate”, osservano Chiara Rivetti, segretario regionale del sindacato dei camici bianchi e Simone Agostini, membro della segreteria. Insomma, richieste e mole di lavoro che crescono e medici che diminuiscono. “Le condizioni di lavoro usuranti, la scarsa valorizzazione delle professionalità, i carichi di lavoro eccessivi, l’elevatissimo rischio clinico e di contenzioso medico legale, l’assenza di adeguati riconoscimenti economici e non, hanno finito con il rendere sempre meno attrattiva l’attività nei Pronto Soccorso”, spiegano i sindacalisti che avvertono come “il rischio di un tracollo nell’offerta di servizi di emergenza che possano garantire sicurezza e qualità delle cure è più che mai concreto”. Come scongiurarlo?

Anaao-Assomed ha pronta una serie di proposte da avanzare alla Regione.Tra queste c’è il riconoscimento economico di quel disagio di chi opera ne Pronto Soccorso e che frena in maniera preoccupante il reclutamento di nuovi medici. Il sindacato propone inoltre di concedere alle aziende sanitarie la possibilità di assumere attraverso contratti a tempo determinato gli specializzandi del IV e V anno per la copertura di turni di Pronto Soccorso.

Sul tavolo della Regione, quando verrà fissato, i camici bianchi porranno anche la questione del “superamento della dicotomia tra emergenza ospedaliera e territoriale. La medicina d’emergenza-urgenza è una disciplina che non può prescindere dalle sue due anime, intra ed extraospedaliera. Si propone dunque una riorganizzazione dei sistemi per realizzare una graduale unificazione del personale medico dei Pronto Soccorso e dell’emergenza territoriale”.

Alla Regione si chiede anche “un consistente incremento del numero di borse regionali per la formazione specialistica in medicina d’emergenza urgenza, secondo le reali necessità attuali e future”. E, per evitare quegli appalti esterni, Anaao-Assomed propone di allargare l’offerta per coprire i turni di base volontari ai medici di altri reparti, ma anche di altre aziende remunerandoli con 60 euro l’ora.  “Bisogna evitare – sostiene il sindacato - l’affidamento dei servizi di guardia a medici non dipendenti del servizio sanitario regionale, pensionati, spesso privi di alcuna specializzazione”.

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