VERSO IL VOTO

Chiamparino ammicca ai 5 Stelle: "Dialogo costruttivo su alcuni temi"

Mentre il fronte con la Lega resta incandescente, il governatore ammorbidisce i toni verso i grillini: d'altronde non è certo Bertola il suo avversario. E facendo leva sulla "concordia istituzionale" con Appendino prova a irretire l'elettorato M5s

“Su alcuni temi con i Cinquestelle si può dialogare”. Sergio Chiamparino lancia il cuore e la speranza di acchiappare voti oltre l’ostacolo, là dove ne erano finiti un bel po’ di quelli persi dal centrosinistra. Rispondendo ad alcune domande nel corso del suo tour elettorale nell’Astigiano, il presidente della Regione non ha avuto il minimo tentennamento quando gli è stato chiesto se con il M5s sia possibile un dialogo costruttivo. “Su alcuni temi certamente sì”. Risvegliato il Chiappendino dormiente, ircocervo che prese forma due anni fa per salvare un rantolante Salone del Libro e che proprio per difendere la fiera dal “pericolo” fascista si è ridestato digrignando i denti nei giorni scorsi, per il governatore non è solo più questione di “concordia istituzionale” con Chiara Appendino. Allora le elezioni s’erano appena lasciate alle spalle, adesso sono di fronte e non è un orizzonte sgombro da nuvole grigie.

A supporto di quella che non può che essere letta come un’apertura, non certo disinteressata considerato che tra undici giorni si vota, il presidente ha ricordato come “con la sindaca abbiamo lavorato insieme già quando qualcuno aveva cercato di portare il Salone del Libro a Milano. Insieme, sicuramente, abbiamo vinto quella sfida. E insieme – ha aggiunto alla Voce di Asti riferendosi alla recente vicenda di Altaforte, l’editore del libro su Matteo Salvini – quando ci è stato richiesto di intervenire lo abbiamo fatto, anche se entrambi avremmo preferito una soluzione diversa”.

Una battaglia difficile, a tratti disperata, quella del centrosinistra, il cui ricandidato governatore accomunato al suo avversario Alberto Cirio da uno stile che non contempla attacchi frontali l’un verso l’altro, concentra ogni giorno di più le sue stoccate contro la Lega e il suo leader. E forse, anche in ragione di quanto affermato oggi nella città del Palio, non è solo la consapevolezza del fatto che il candidato dei Cinquestelle Giorgio Bertola non sia il concorrente con cui misurarsi a tenere i grillini al di fuori del mirino del Chiampa.

Il non attaccare il movimento, ma anzi dichiarare la possibilità di intese, come quelle avute con la sindaca sia pure sul piano istituzionale, fanno trasparire una strategia sempre più chiara rispetto al tentativo di recuperare voti laddove il centrosinistra li aveva persi a quintali proprio nelle comunali del 2016. Attaccare il Capitano, come sta facendo Chiamparino, inoltre potrebbe giovargli alla causa vista la tensione crescente tra gli alleati di Governo e i rispettivi vicepremier.

E sebbene ammetta che quella sintonia con Appendino è “molto meno intensa ad esempio sulla Tav” la disponibilità al dialogo è netta, aprendo uno spiraglio anche sul futuro, nel caso che una “vittoria mutilata” rendesse necessario trovare una maggioranza in Consiglio. Insomma, un segnale forte, forse addirittura eccessivo per quei piddini che rifiutano ogni ipotesi, anche la più remota, di un dialogo con i Cinquestelle. I quali, dal loro canto, sono ben consapevoli di non poter vincere una Regione, presentandosi da soli e, in più per quanto riguarda il Piemonte, con un candidato che certo non fa sentire più di tanto la sua voce. Condizioni non certo negative nel caso Chiamparino intenda, come pare, far breccia in quell’elettorato da trattare come un figliol prodigo. Per farlo, dunque, meglio sparare sulla Lega e non alzare per nulla il tiro sul partito che, comunque, governa il capoluogo. Proprio su Torino punta molto il Chiampa, ma esercitarsi in un peraltro non difficile tiro al piccione su Palazzo di Città sarebbe fin troppo facile, ma probabilmente non così produttivo in termini di travaso di voti quanto una sorta di appeasement potrebbe convenire alla bisogna elettorale. E in grado di supportare quel che forse non tutti si sarebbero aspettati di sentir dire da Chiamparino: “Con i Cinquestelle si può dialogare”. Detto da lui a undici giorni dal voto non è certo parola dal sen sfuggita. Tutt’altro.

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