POLITICA & GIUSTIZIA

"Incarico a Pasquaretta a mia insaputa"

Appendino faccia a faccia dai pm dopo l'avviso di garanzia ricevuto per la consulenza fantasma da 5mila euro ottenuta dal suo ex portavoce durante l'edizione 2017 del Salone del Libro. "Avevo detto che ero contraria"

Chiara Appendino era contraria alla consulenza affidata dalla Fondazione per il Libro a Luca Pasquaretta e non sapeva che l’incarico al suo ex portavoce fosse poi stato perfezionato. È questa la linea di difesa che ha adottato la sindaca questa mattina, durante il primo colloquio con i pubblici ministeri Gianfranco Colace ed Enrica Gabetta, dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per concorso in peculato nel procedimento su quella consulenza fantasma da 5mila euro per seguire la comunicazione dell’allora presidente del Salone Massimo Bray.

In un intervento in Sala Rossa, pronunciato nel febbraio 2017, La prima cittadina aveva manifestato la propria contrarietà “a qualunque tipo di assegnazione di incarico consulenziale con retribuzione economica”. Un intervento svolto prima che Pasquaretta ottenesse la consulenza. Possibile che poi gli uffici abbiano proceduto nonostante la posizione ufficiale della sindaca? “Ero convinta che tutti avessero preso atto di tale mia ferma posizione e quando invece il 4 maggio del 2018 e cioè un anno dopo la fine dell’incarico venni a sapere da una testata giornalistica che la consulenza era stata assegnata, immediatamente reagii lamentando l’assegnazione dell’incarico contro la mia volontà e a mia insaputa” afferma Appendino che afferma di aver prodotto ai pm “materiale attestante quanto da me riferito”. A questo punto non è chiaro se sia più inquietante che la sindaca avalli l’affidamento di un incarico per un suo collaboratore che non è ancora chiaro se e come sia stato espletato (ed è proprio questo l’oggetto dell’inchiesta), oppure se un’operazione del genere possa essere perfezionata alle sue spalle da una macchina amministrativa che evidentemente si muove in modo autonomo.

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E qui torna in ballo il ruolo avuto nella vicenda dal vicedirettore generale di Palazzo Civico, Giuseppe Ferrari, ai tempi pure segretario della Fondazione. Anche lui è indagato, così come il diretto interessato, Luca Pasquaretta. Il suo nome emerge da una chat su cui si fonda gran parte della linea difensiva di Appendino. Si tratta di una conversazione fra lei e Pasquaretta. La chat è stata consegnata dalla sindaca ai pm nel corso dell’interrogatorio reso stamattina. Dai messaggi emergerebbe che la sindaca è stata informata dell’esistenza dell’incarico da un articolo di giornale inviatole dallo stesso Pasquaretta. Appendino manifestò stupore e contrarietà e chiese perché non fosse stata informata prima. Pasquaretta rispose di averne parlato con Giuseppe Ferrari e poi le chiese scusa.