POLVERE DI (5) STELLE

Di Maio in missione a Torino per fare il partito a 5 stelle

Il capo politico sarà nel capoluogo piemontese il 12 luglio per recepire le istanze della base: si troverà di fronte una platea piuttosto critica. Tav, vincolo dei due mandati e le promesse mancate del Governo sono solo alcuni dei temi più caldi

Attivisti, simpatizzanti, eletti nelle istituzioni. L’invito è rivolto a tutti i grillini piemontesi e della Valle d’Aosta per proseguire nel lungo percorso che condurrà alla metamorfosi del Movimento 5 stelle in qualcosa di sempre più vicino a un partito. Il 12 luglio a Torino ci sarà Luigi Di Maio, pronto ad ascoltare istanze e proposte e consapevole del lungo cahier de doléances cui probabilmente dovrà fornire delle risposte. L’appuntamento è al Qualys Royal Hotel di corso Regina Margherita, al suo fianco, come dei pretoriani, ci saranno i parlamentari espressione del territorio, alcuni dei quali si sono trasformati in poco tempo, agli occhi dei militanti, da punto di riferimento a capro espiatorio. Non sarà un'assemblea semplice: l'umore della base è sotto le scarpe più per le promesse disattese che per il crollo elettorale di maggio.  

Dopo l’incontro svolto a livello regionale, la riunione degli attivisti di Torino e infine l’assemblea romana in cui è stato di fatto sdoganato il vincolo dei due mandati per i consiglieri comunali, con tanto di post sui social del capo politico, questa è la quarta occasione per i proseliti pentasellati di esprimere le proprie opinioni e soprattutto le tante perplessità per la china che sta prendendo un movimento, sempre più lontano dalle piazze e con le natiche incollate alle poltrone ministeriali. Il contatto con il territorio è stato perso assieme ai voti. Ritrovare lo spirito originario, immergersi nelle sacre fonti battesimali, rimettersi a quell’assemblearismo che aveva connotato la fase romantica dei meet up e delle manifestazioni in Valsusa contro la Tav: queste sono le richieste che continuano ad arrivare dagli attivisti. Temi che saranno al centro venerdì 5 luglio dell’assemblea al teatro Alfa: una sorta di incontro preparatore  in vista dell’appuntamento con il capo politico.

Proprio la Torino-Lione sarà il primo argomento che infiammerà i presenti: la madre di tutte le battaglie per ogni grillino torinese; solo una delle tante grane cui far fronte per Di Maio e i suoi ministri. Non ci sarà la visita a Chiomonte, ma il vicepremier farà bene a mettere l’elmetto. Si aggiunga che Torino è finita in minoranza anche sul superamento del vincolo del doppio mandato per i consiglieri comunali, bocciato nell’assemblea degli attivisti torinesi, approvato a Roma, dove dalla provincia era stata spedita come delegata la consigliera di San Mauro Torinese Katia Coppola. E' la norma che consentirebbe di ricandidarsi nel 2021 a Chiara Appendino, quella “brava” inciampata in mille ostacoli, in caduta libera nel consenso della città e guardata con crescente diffidenza dagli stessi attivisti proprio per le giravolte governiste e quel tratto di “sistema” cui spesso ha caratterizzato scelte e atti amministrativi. “Non possiamo cedere su tutto” si ribella Daniela Albano, componente dell’ala più intransigente in Sala Rossa, tra coloro che vorrebbero i politici a casa dopo dieci anni nelle istituzioni. Ma il dissenso è anche sulla conduzione del Governo: “A Roma ormai si parla solo più di quello che interessa a Salvini, dai decreti sicurezza all’autonomia che sarebbe un disastro e non solo per le regioni del Sud”.

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Per i duri, quella sul doppio mandato è solo l’ennesimo cedimento di un Movimento che da anni trova il modo di aggirare principi e norme che si era dato prima di occupare le istituzioni locali e nazionali. Si pensi a come, nel 2012, venne elusa la regola, votata due anni prima dal consesso di attivisti piemontesi, che impediva ai componenti di staff del gruppo regionale di candidarsi per cariche elettive (LEGGI). L'anno successivo finirono a Montecitorio buona parte dei portaborse grillini a Palazzo Lascaris, come l’attuale viceministro alle gaffe Laura Castelli, il valsusino Marco Scibona e Ivan Della Valle, ribattezzato Iban Della Valle, dopo lo scandalo dei bonifici farlocchi per le restituzioni dello stipendio. Altri due ex collaboratori dell’allora capogruppo Davide Bono, Giorgio Bertola e Francesca Frediani, siedono invece per la seconda volta nell’emiciclo di via Alfieri, tra i banchi del Consiglio regionale. Fu il peccato originale. Da quel momento uno ha smesso di valere uno e qualcuno ha iniziato a contare più di altri. Chi si è opposto è finito ai margini oppure direttamente espulso. I casi si contano a decine: Vittorio Bertola a Torino, finito in un angolo pur senza mai essere cacciato, Mario Perino a Pianezza, Domenico Cuppari a Nichelino. L’ultimo è stato Pier Claudio Sottil a Collegno, la città della Castelli, dove il Movimento è dilaniato da lotte intestine.

L’inizio dell’assemblea è previsto alle 18. Il programma prevede una relazione introduttiva di venti minuti del capo politico, alla quale seguiranno gli interventi degli attivisti. Si tratta di una delle tappe del tour che Di Maio ha programmato in ogni regione per tastare il polso in vista della riorganizzazione complessiva del Movimento 5 stelle, attraverso una struttura territoriale costruita in modo gerarchico, con organismi decisionali e coordinatori locali. Insomma, un'architettura sempre più simile a un partito tradizionale e sempre più lontana dal movimento delle origini. La sala è prenotata dalle 18 fino a mezzanotte. Sarà una lunga serata per Di Maio.

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