POLITICA & SANITA'

Bilanci Asl, rosso di 450 milioni: "Rischiamo il commissariamento"

Quasi tutte le aziende sanitarie prevedono forti passivi e il "tesoretto" che in passato serviva a far quadrare i conti "è già stato speso per ripianare le perdite dei primi 6 mesi". L'assessore regionale Icardi agita lo spettro di un nuovo piano di rientro

“Ma quale tesoretto? Quel che c’era non c’è già più: quei soldi se ne sono già andati per ripianare il buco dei primi sei mesi”. E ce ne sono altri sei per arrivare alla fine dell’anno quando i bilanci delle aziende sanitarie del Piemonte da preventivi diventeranno consuntivi. E allora saranno dolori. “Chi non sarebbe preoccupato davanti a una situazione del genere? Qui si rischia un altro piano di rientro”, ammette, a margine della giunta in trasferta a Novi Ligure, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi. La cifra che somma tutti i passivi previsti da Asl e Aso se l’è appuntata sullo smartphone, ma poteva farne a meno: da giorni la ripete senza incertezza “450 milioni”.

Riducila pure alla metà, raschiando il fondo di quel tesoretto che il suo predecessore Antonio Saitta ha sempre indicato come la soluzione per arrivare a chiudere in pareggio, mancano sempre un sacco di soldi: cinquecento miliardi si sarebbe detto ai tempi della lira. Adesso, invece, è tempo di capire come sia possibile arrivare alla metà dell’anno con una prospettiva di chiuderlo con passivi che nel caso più eclatante com’è quello della Città della Salute ammonterebbe a 150 milioni di rosso. Fatte le debite proporzioni non è che anche poche (si fa per dire) decine di milioni in aziende assai più piccole non facciano scattare campanelli d’allarme, che peraltro erano già suonati negli anni scorsi.

Forse va letto anche alla luce di queste cifre, il provvedimento adottato dall’assessore non appena insediatosi in corso Regina e in seguito al quale da una settimana esatta sono stati sospesi, per novanta giorni, tutti gli atti aziendali di Asl e Aso.

“Una decisione necessaria perché intendiamo svolgere nei prossimi mesi un approfondito monitoraggio dei livelli organizzativi ed operativi delle aziende sanitarie”, aveva spiegato Icardi. Approfondire anche e soprattutto come sia possibile che il sistema territoriale della sanità accusi perdite così pesanti, in grado di ripercuotersi sullo stesso bilancio della Regione.

Di un “quadro preoccupante” parla lo stesso governatore Alberto Cirio che appena insediato si trova a fari i conti con quelli della sanità che non tornano. Da giorni il presidente ha in evidenza i passivi previsti dalle aziende, ma fino ad ora da piazza Castello, così come da corso Regina sono arrivate dichiarazioni ufficiali circa uno scenario la cui gravità è ulteriormente attesta dalla decisione di alcuni collegi sindacali delle aziende, tra cui quella di Alessandria dove il rosso ammonta a circa 11 milioni, di non approvare neppure con la clausola della riserva il bilancio di previsione. Situazione parecchio difficile anche nella Asl To4 sui cui bilanci incide non poco l’utilizzo dei medici “gettonisti”.

È, invece, assai probabile che negli incontri con i singoli direttori generali che l’assessore ha messo in programma contestualmente al congelamento degli atti aziendali, saranno proprio i conti a finire per primi sul tavolo.

Il rischio di tornare ad essere commissariati dal ministero, attraverso la procedura del piano di rientro dal quale il Piemonte è uscito dopo oltre sei anni e non senza costi – basti pensare al blocco del turnover del personale con ricadute sulle prestazioni che pesano ancora oggi – non viene affatto sottovalutato dalla nuova amministrazione regionale. Per questo l’esito delle verifiche, azienda per azienda, non è affatto escluso possa portare in tempi brevi a direttive stringenti per i vertici di Asl e Aso, così come a qualche rotolamento di teste.

Di certo c’è, fin d’ora, un differente approccio da parte di corso Regina alla questione. Pur senza esternazioni formali, la reazione di fronte a quelle previsioni su come potrebbero chiudersi i bilanci a fine anno non è quella, tranquillizzante, fornita negli anni scorsi, quando veniva spiegato (poi confermato dai fatti) che tutto si sarebbe sistemato col tesoretto. Che, però, adesso quando mancano ancora sei mesi al consuntivo non c’è già più.

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