OPERE & OMISSIONI

Asti-Cuneo, "Ok con riserva": ecco l'abracadabra di Toninelli

Per riuscire a mantenere la promessa di aprire i cantieri entro l'estate si profilerebbe un via libera del Cipe "con prescrizioni" in capo al Mit. Le preoccupazioni di Tria per la possibile procedura di infrazione da parte dell'Europa

La toppa per coprire la buca aperta, lungo il percorso verso la ripresa dei lavori per l’Asti-Cuneo, dalle osservazioni e prescrizioni contenute del parere dall’Autorità dei Trasporti sarebbe quasi pronta. Nella prossima riunione il Cipe, fissata per mercoledì prossimo, 31 luglio, potrebbe approvare il piano predisposto dal Governo utilizzando la formula “con prescrizioni”, attribuendo al ministero delle Infrastrutture una sorta di ruolo di garante dell’attuazione delle prescrizioni stesse.

Artificio giuridico o supercazzola burocratica, questa sembra la soluzione percorribile per Danilo Toninelli in maniera tale da consentirgli di mantenere formalmente la promessa di riaprire i cantieri entro l’estate. Il via libera al piano che ha sostituito il precedente, predisposto dall’allora ministro Graziano Delrio con l’avallo dell’Unione Europea, accrescerà la buona sorte di Alberto Cirio appena definitosi un governatore fortunato per aver visto sbloccare la Tav appena un mese e mezzo dal suo insediamento. In verità Toninelli e, affidandosi all’ennesimo annuncio del ministro, lo stesso presidente della Regine avevano indicato la riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica di ieri l’altro come quella che avrebbe licenziato il provvedimento, aprendo rapidamente la strada verso i cantieri. Come si sa, non è andata così.

L’atteso parere dell’Authority, annunciato come un via libera senza se e senza ma, in realtà è approdato nella sala verde di Palazzo Chigi con l’effetto di una mina da disinnescare in fretta ma con attenzione: una serie di prescrizioni e di osservazioni critiche che già a una prima rapida lettura hanno fatto capire che il semaforo verde al piano Toninelli non sarebbe scattato. Parere contrario al piano economico-finanziario dell’Asti-Cuneo così come al trattamento tariffario previsto per la A4, ma soprattutto la prescrizione di condividere il piano “preventivamente” con la Commissione Europea “anche sotto i profilo della disciplina della concorrenza”.

Ma se abbassare il diritto di subentro, ovvero la somma che il nuovo concessionario dovrà versare all’uscente, troverà la disponibilità del Gruppo Gavio con il quale Cirio ha detto di aver già preso contatti, diverso e più complicato o perlomeno in grado di richiedere tempi più lunghi, sarebbero le altre incombenze cui è richiamato il Governo e in particolare Toninelli.

A mettersi di traverso, sollevando oggettive e non trascurabili perplessità (per usare un eufemismo) di fronte a un via libera senza condizioni sarebbe stato soprattutto Giovanni Tria. Il titolare del Mef, uno dei membri permanenti del Cipe, di fronte all’eventualità per niente remota di un’onerosissima procedura di infrazione da arte dell’Europa nei confronti dell’Italia in caso di inosservanza delle regole sulla concorrenza ha alzato l’indice. Le dita di Toninelli pronte sulla tromba si sono bloccate.

La riunione di mercoledì scorso è finita senza che il comitato abbia approvato il piano per l’autostrada incompiuta ormai da anni. Ennesimo rinvio, ennesimo annuncio tradito dai fatti. Cirio ha fatto buon viso a cattivo gioco aggrappandosi a quel “passo avanti importante” rappresentato dal fatto che “Il Cipe ha finalmente trattato l’Asti-Cuneo e il premier Giuseppe Conte ha preso atto della trasmissione del parere dell’Autorità dei Trasporti, chiedendo al ministro Toninelli di confrontarsi immediatamente con il concessionario”. Minimo sindacale.

L’urgenza di far seguire gli ormai troppi annunci da un atto concreto e non perdere la faccia facendo passare l’estate senza che un camion e una ruspa si muovano attorno al troncone di Cherasco, ma anche la necessità di far digerire al ministro dell’Economia un piano foriero di pesanti sanzioni per il Paese, avrebbero fatto imboccare la strada dell’”approvazione con prescrizioni”. E mentre sembra che a Buxelles non sia mai arrivata da Roma la richiesta formale di revocare l’accordo a suo tempo siglato con Delrio e disdettare ufficialmente il piano del precedente governo, il progetto di Toninelli si avvia alla rapida approvazione da parte del Cipe, con le già citate prescrizioni. Insomma, con una sorta di riserva, che non impedirà di poter mantenere la promessa di riaprire i cantieri entro l’estate. Quel che potrebbe succedere dopo non è del tutto certo. La toppa, dopo un po’ di tempo, si sfalda e torna la buca. 

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