POLVERE DI (5) STELLE

Chi s'accontentezza gode, patto Di Maio-Appendino

La sindaca sempre più governista sfoggia il piglio della realpolitik e tesse le lodi del vicepremier: "Non possiamo sfiduciare il governo sulla Tav, l'opera si farebbe comunque". Missione a Roma con Carabetta e Castelli per chiedere a Toninelli i fondi per la Metro 2

Ma quanto è bravo Luigi, ma guarda come va al massimo Luigi. Se la trasferta romana per discutere della Metro 2 fosse una vacanza, Chiara Appendino sfreccerebbe sulla vespa guidata da Di Maio dicendo che è pure più bello di Gregory Peck. Sai che novità, vien da dire. E però, la sindaca atterrata nella Capitale e subito blindata dai due dioscuri del capo politico, il viceministro questo-lo-dice-lei Laura Castelli e il deputato torinese Luca Carabetta, non ha perso l’occasione per ribadire, con nettezza, il suo allineamento totale sulle posizioni del vicepremier. Uno scambioo di cortesie, visto che ieri lo stesso Giggino parlando a Cosenza in una assemblea di attivisti l'aveva definita “una dei migliori sindaci che abbiamo”. E pazienza se nella foga di prendere le sue parti contro certi nemici interni della contentezza abbia spifferato “una nostra conversazione da intendersi come privata”, come l'ha definita una imbarazzata Appendino. 

"Credo che Luigi Di Maio e tutta la squadra di governo per la parte 5 Stelle stia facendo il massimo in un contesto molto difficile, in un governo formato da due forze politiche diverse con storie diverse”. Troncare sopire, troncare sopire. La contessa zia di Palazzo Civico sa quanto ce ne sia bisogno dalle sue parti, specie dopo quel via libera alla Tav da parte del premier Giuseppe Conte, arrivato azzeccagarbugli del popolo e diventato agli occhi dei grillini più duri e puri un don Abbondio qualsiasi. La cornice romana fa alla bisogna per una Appendino che scandisce: “Io rivendico la mia differenza di appartenenza rispetto alla Lega” e tornando al capo politico i cui rapporti con Matteo Salvini sono ormai da separati in casa, precisa: “Credo che abbia portato provvedimenti importanti che sono caratteristici della nostra storia e in tal senso si debba continuare a lavorare, quindi da parte mia piena fiducia nell'operato”.

Poi mette una carta socialmente pesante e, come direbbero quelli che ancora cercano di posizionare di qua o di là il movimento, di sinistra: “Credo che da settembre si debba ripartire come si sta facendo su temi specifici, ad esempio la legge sul salario minimo". Ma l’autunno potrebbe farsi, anche per lei, caldo. I travagli, gli inciampi e le rotture – ultima, per ora, quella con l’ormai ex vicesindaco Guido Montanari dopo la infelice sortita sul Salone dell’Auto – e quelle tensioni nella maggioranza che la sostiene acuite dal via libera alla Torino-Lione, non sono robetta. Lei prova anche qui se non a troncare, perlomeno a sopire: “C'è un confronto che è iniziato con la mia maggioranza su alcuni temi e continuerà".

Ed è convinta che continuerà anche il Governo, con la Lega. Anche dopo lo sberlone preso a Roma e rimbalzato pure dalla Valsusa condito dal sigillo del tradimento affibbiato dai NoTav. “Sulla Tav abbiamo parlato a lungo in questo anno. La mia posizione, e quella della mia amministrazione, è nota – ribadisce -  la riteniamo un'opera inutile". Parole che la sindaca pronuncia, non a caso, dal ministero delle Infrastrutture dove “parliamo di opere utili come la Metro 2 di Torino, esempio di un investimento di circa 4 miliardi che può cambiare significativamente la nostra città, la periferia Nord e Sud di Torino”. E, ovviamente, “grazie all'impegno del governo stiamo lavorando per trovare le risorse per questa infrastruttura”. Manca solo la foto di Danilo Toninelli sul cruscotto dell’auto, come si usava una volta.

Dunque inutile se non dannoso una eventuale uscita dall'esecutivo: "Non ha senso chiedere di far cadere il governo per la Tav, che comunque si farà anche se dovesse davvero cadere”. E via con la solfa cui non crede lei come nessun’altro: “Dobbiamo impegnarci per cercare di bloccarla in Parlamento – dice sapendo di mentire perché i numeri non mentono – nel frattempo, portare avanti altri provvedimenti”. Dice e qui non c’è affatto motivo di non crederle che lei ha “interesse che il governo rimanga in piedi”. Evitare la crisi “perché, ad esempio, il reddito di cittadinanza possa essere attuato anche nella nostra città”. E non solo per quello. Se Lega e Cinquestelle rompessero, per lei come per la principessa Ania sarebbe la fine di una bella favola. 

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