OPERE & OMISSIONI

Tav, la Lega senza (e)mozione

Per evitare l'accusa da parte dei grillini di inciuciare con Berlusconi e Pd il partito di Salvini sarebbe intenzionato a non presentare un proprio documento per il Sì all'opera e non votare nessuna risoluzione. Tattica parlamentare e cinica manovra politica

La Lega è orientata a non presentare una propria mozione sulla Tav al Senato. E, a quanto si apprende, potrebbe non votare le altre mozioni sull’opera presentate da M5s (per il No) e dal Pd (per il Sì). Il ragionamento che si fa in ambienti del Carroccio per motivare questa posizione è che la linea del governo è chiara e la Torino-Lione si farà: le mozioni parlamentari, viene osservato, non sono in ogni caso destinate a cambiare questo dato di fatto. Il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari considera la mozione pentastellata “un atto ostile” al premier Conte, una sorta di dichiarazione di sfiducia. La mozione, a meno che una rottura non si produca prima, si potrebbe votare il 7 agosto al Senato e, per il M5s, dovrebbe dimostrare che per far passare il sì alla Tav l’alleato ha bisogno dei voti del Pd e di Forza Italia. Proprio per questa ragione, di tattica parlamentare ma anche per sminare il terreno politici da questa accusa di intelligenza con le opposizioni, la Lega sarebbe intenzionata a sottrarsi dalla contesa nell’aula di Palazzo Madama.

Intanto il testo della mozione Pd è pronto, ma non è stato depositato in attesa che domani la conferenza dei capigruppo del Senato calendarizzi la discussione in Aula, spiegano fonti Pd a Palazzo Madama. La mozione ripercorre l’ultimo anno almeno della vicenda Tav dal punto di vista politico, con il voto contrario al testo “Sì Tav” presentato dal gruppo dem a marzo 2019, “con l’apporto della Lega”, si sottolinea. Il 21 marzo venne bocciata anche la mozione di sfiducia dem al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, le cui dimissioni sono tra gli obiettivi della nuova mozione. Altri obiettivi della sfida del Pd al Senato su Tav sono da un lato bocciare la risoluzione del M5S e dall’altro “mostrare in modo plastico le spaccature nella maggioranza” gialloverde sull’Alta velocità Torino-Lione. La mozione del gruppo Pd al Senato è stata concordata con la segreteria del partito, riferiscono fonti del Nazareno, e appare scontato che i senatori dem voteranno contro il testo Cinquestelle.

I grillini anticipano le loro mosse sul Blog delle stelle: “Porteremo la mozione No Tav in Parlamento perché noi siamo rimasti coerenti. Diciamo sì alle opere pubbliche che servono agli italiani; diciamo no agli scempi, alle cattedrali nel deserto, alla cementificazione selvaggia, a opere antistoriche come la Torino-Lione”. A futura memoria. “In Parlamento vedremo le facce di chi voterà e si porterà sulla coscienza uno spreco di miliardi di euro di soldi pubblici. Ricordiamo sempre, per chi se lo fosse dimenticato, che questo governo ha affrontato il dossier Tav con il massimo rigore, producendo un’analisi costi-benefici coordinata da esperti ed economisti di spessore. Il risultato è stato netto: 12 miliardi di costi, con perdite calcolate tra i 7 e gli 8 miliardi”. ″È vero”, prosegue il post, “che una parte dei costi sarebbe finanziata direttamente dall’Unione Europea, ma i soldi rimanenti ce li mettono i cittadini italiani e il MoVimento 5 Stelle vorrebbe usarli per altro: scuole, asili nido, treni e sanità, già dalla prossima Legge di Bilancio. Soldi che potrebbero essere investiti per finanziare centinaia di opere diffuse sul territorio, con un occhio di riguardo alle zone più svantaggiate del Paese. Invece con ogni probabilità Lega, Pd e Forza Italia, quindi Salvini, Zingaretti e Berlusconi, preferiranno un’opera figlia del vecchio sistema rispetto ai servizi pubblici per i cittadini”.

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