OPERE & OMISSIONI

Tav, il Parlamento s'infila nel tunnel: "Potrebbe passare la mozione M5s"

Pur privo di effetti pratici, un eventuale voto favorevole "sarebbe un brutto segnale politico per l'Europa", spiega Gariglio (Pd). E ringalluzzirebbe il No. Lega orientata all'astensione. Le lacerazioni interne a Forza Italia. Napoli: "Prevalgano gli interessi del Paese"

Non sarà la mozione dei Cinquestelle a fermare la Tav. “Ma se la Lega non vota contro si sputtana” dice Davide Gariglio addentando un panino in un bar vicino a Montecitorio. Il deputato del Pd, componente della commissione Trasporti, guarda però all’altro Palazzo del Parlamento dove all’inizio della prossima settimana potrebbe scatenarsi la tempesta perfetta per i grillini.

Se i senatori di Matteo Salvini (lui compreso) si asterranno, il loro non voto – dopo la modifica al regolamento - non equivarrà più a un no, ma sarà appunto un’astensione e, semmai decidessero di non partecipare ai lavori anche in questo caso per il M5S l’approvazione della mozione NoTav sarebbe assai probabile se non certa. Messi pure insieme a quelli del Pd anche i voti di Forza Italia – peraltro ancora travagliata su come muoversi – senza la Lega, la strada si spianerebbe per il documento in cui i grillini scrivono di “avviare, in sede parlamentare, un percorso immediato volto a promuovere, per quanto di competenza, l'adozione di atti che determinino la cessazione delle attività relative al progetto per la realizzazione e la gestione della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione”. E proprio sulla posizione da tenere in aula nel partito di Silvio Berlusconi si è aperta una vivace discussione. “Far cadere il governo giallo-verde è importante, ma realizzare la Tav e impedire un nuovo blocco dell’opera è ancora più importante per un partito come Forza Italia nato e cresciuto seguendo sempre la rotta degli interessi generali del Paese – afferma Osvaldo Napoli –. Il governo deve cadere, e cadrà, sotto il peso delle sue contraddizioni. Compito di un partito di responsabilità nazionale è impedire che le contraddizioni di Lega e M5s vengano pagate dagli italiani”. Insomma, funambolismi, furbizie e tecnicismi non possono venire prima degli interessi del Paese.

Un voto favorevole non avrebbe nessun effetto concreto, “ma sarebbe sicuramente un segnale tutt’altro che positivo anche in vista della definizione, in autunno, degli stanziamenti da parte di Bruxelles per i corridoi europei”, osserva Gariglio. Al quale tocca anche guardare con attenzione cosa succede e quel che si decide in casa sua. Il Pd ha presentato una sua mozione con la quale impegna il Governo “ad adottare tutte le iniziative necessarie per consentire la rapida realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione e ad adottare ogni iniziativa utile a superare l'attuale blocco di svariate grandi opere e a riprendere finalmente un'adeguata politica di investimenti pubblici in grado di incidere nei prossimi anni sulla crescita dei posti di lavoro e sul tasso di sviluppo infrastrutturale del nostro Paese”.

Leggi qui la mozione del M5s
Leggi qui la mozione del Pd

Nessuno si sogna, tra i banchi democrat, che la Lega pur essendo a favore dell’opera voti quella mozione. Ma non è questo il punto che preoccupa: è quella posizione, già emersa nei giorni scorsi e non ancora archiviata, di una parte del Pd – l’area più vicina al segretario Nicola Zingaretti – secondo la quale meglio sarebbe stare alla finestra a guardare i due alleati di governo alla prova del voto su quella che resta una delle questioni più divisive. Ma stare alla finestra, con la Lega che magari prende la porta, equivarrebbe far approvare la mozione pentastellata con tutto quel che ne conseguirebbe, sempre fatto salvo che per bloccare davvero la Tav occorrerebbe una legge, quindi un passaggio parlamentare e un annullamento di trattati internazionali che lo stesso premier Giuseppe Conte ha definito complicato e oneroso.

“Credo che questa ipotesi stia scemando” dice Gariglio dopo aver parlato con alcuni senatori e, soprattutto, dopo che a favore del voto contrario si è detto uno vicino a Zingaretti come Roberto Morassut. “Lo stesso Piero Fassino sostiene che bisogna votare contro la mozione dei Cinquestelle”. Tattiche parlamentari si intrecciano, anche tra i piddini, con posizionamenti più o meno decisi nei riguardi del M5s. Cinquestelle che saranno pure “come un treno a vapore: sbuffano, sono lenti ed affaticati”, per usare un’espressione del leader dei Moderati Giacomo Portas, ma quel treno rischia di trovare il semaforo verde e ad accenderlo, con l’astensione, sarebbe proprio Salvini.

Il Capitano, intanto, si prende del voltagabbana dall’alleato di governo: "Proprio quella Lega che oggi gongola all'idea del grande tunnel nella montagna, all'epoca eleggeva una lunga sfilza di sindaci e consiglieri comunali anti-Tav nella valle, al grido di "quel buco non s'ha da fare!", si legge ne blog delle stelle. I grillini ricordano che “l'europarlamentare Mario Borghezio prendeva parte alle manifestazioni contro l'opera. E le ragioni dei movimenti No Tav venivano sposate persino da dominus del Carroccio del calibro di Roberto Maroni. E in quella Lega, tra le figure emergenti, giocava già un ruolo importante l'europarlamentare Matteo Salvini". A lui toccherà decidere cosa fare in Senato davanti alla mozione grillina. “C’è chi dice che possa farla passare ben sapendo che non avrebbe effetti concreti”, osserva Gariglio. “Ma sarebbe comunque una figura di…”.

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