OPERE & OMISSIONI

Sì Gronda, il Piemonte fa scuola

Dopo Tav e Terzo Valico è la bretella di Genova il nuovo obiettivo del MadaMino Giachino (e del sistema imprenditoriale ligure): "Un'opera che avrebbe ripercussioni positive anche nella nostra regione". Tutti contro Toninelli. Che farà il nuovo Governo?

Dopo Tav e Terzo Valico ora è il momento della Gronda di Genova. E guai a pensare sia un problema esclusivamente della Liguria e del suo capoluogo perché l’indotto del porto della Lanterna, il cui destino è strettamente collegato con la tratta autostradale bloccata da mesi al Ministero delle Infrastrutture, coinvolge anche altre regioni a partire dal Piemonte. Giovanni Toti invoca una manifestazione contro il ministro Danilo Toninelli e un governo che non c’è più, per Confindustria però “se si scende in piazza non devono esserci etichette di sindacati, associazioni e tantomeno di forze politiche” dice Giovanni Mondini, numero uno degli industriali genovesi. Secondo lui serve “una grande manifestazione della società civile”.

Una mobilitazione per la quale si starebbe già attivando l’ex sottosegretario Mino Giachino, ormai assurto alle cronache come il MadaMino, dopo essere stato tra i promotori delle adunate Sì Tav a Torino, assieme alle sette madamin. “L’import e l’export delle aziende piemontesi utilizza all’80 per cento i porti liguri e pertanto subisce i ritardi causati dall’intasamento del traffico dovuto ben prima della caduta del Ponte Morandi dalla assenza della Gronda autostradale che da anni le Autostrade dovrebbero costruire ma sono state bloccate da posizioni ideologiche contrarie alle grandi opere” dice Giachino che ha voce in capitolo visto anche il suo ruolo al vertice di Saimare, azienda leader nel settore delle spedizioni marittime e dei servizi ausiliari portuali, ben radicata in Liguria e, in particolare, a Genova. Con il presidente Mondini il rapporto è ottimo, “dice che devono ispirarsi ai Sì Tav” racconta Giachino allo Spiffero. La Gronda a Genova deve esser vista come la Tav viene vista a Torino: tutti si devono rendere conto che è fondamentale e che siamo stati letteralmente presi in giro per un anno conferma il vertice degli industriali genovesi –. L’analisi costi-benefici sappiamo tutti come viene fatta e soprattutto da chi viene fatta. Sono riusciti a bocciare sia Tav che Terzo Valico, una cosa scandalosa”. Posizioni su cui è allineato anche il presidente dell’autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini.

Secondo uno studio di Nomisma, l’attività del porto di Genova genera 120mila posti di lavoro diretti e indiretti e di questi quasi 20mila sono nei centri logistici piemontesi, “ridurre i tempi di trasporto per le aziende – conclude Giachino – significa ridurre costi e aumentare la competitività”. E in un post su facebook il governatore Toti si rivolge polemico al nascituro esecutivo: “Cosa ne sarà di questa opera strategica per tutto il nord-ovest? Vorremo sapere la posizione del Pd e M5s in modo chiaro. Lo vorrebbero sapere le istituzioni, Confindustria, i sindacati, le associazioni di categoria, le persone che hanno dovuto abbandonare la propria casa per permettere la costruzione dell'opera e tutti i genovesi, i liguri”.

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