GIALLOROSSI

Governo, Cirio non vota la fiducia

Il governatore del Piemonte, da Verbania, si scaglia contro "la coreografia romana" per l'insediamento del Conte Bis. L'esecutivo appena insediato "non è quello che sceglierebbero i cittadini se potessero andare a votare". E sull'autonomia "nessun passo indietro"

Una bocciatura senza appello e un avvertimento: “Nessun passo indietro sull’autonomia”. Così Alberto Cirio accoglie il nuovo esecutivo sostenuto da Movimento 5 stelle e Pd appena insediato a Roma. “La vita reale di tutti giorni è ben lontana dalla coreografia romana, che celebra un governo che non è quello che i cittadini sceglierebbero se potessero votare. Al Nord c’è il mondo reale” afferma Cirio, ospite di una trasmissione televisiva sul giuramento del nuovo governo. “I governatori del Nord hanno dalla loro il partito della gente, di quelle persone che pagano da decenni vedendo poco in cambio – aggiunge – Questo è quello che unisce i governatori anche di fede politica diversa”. Ancora una volta il governatore rispolvera l’antica bandiera leghista del residuo fiscale e prova a fare asse con i colleghi del Nord Italia, tutti di centrodestra, tutti ostili a un Conte Bis con la Lega all’opposizione.

A tormentare il sonno di Cirio c’è in particolare l’autonomia e il rischio che con il BisConte e un governo così poco federalista il progetto dei governatori del Nord finisca dimenticato in un cassetto. “Chiedendo l’Autonomia dei nostri territori non facciamo altro che chiedere l’attuazione di quella Costituzione che oggi permette a un governo che non ha vinto le elezioni di insediarsi. Se va bene per loro, per fare un governo senza il voto popolare, allora sulla base di quella stessa Costituzione possiamo rivendicare la sacrosanta Autonomia dei nostri territori”.

Non solo l'autonomia, sui tanti progetti in cantiere, molti dei quali congelati, Cirio chiede certezze: “Le imprese ci chiedono certezza di prospettive: se uno vuole creare una impresa in Piemonte vuole sapere se la Tav si fa o no, se l'Asti-Cuneo viene completata o no. Vengo dalla terra di Einaudi, e Einaudi insegnava che lo Stato deve fare poche cose, tra cui dare chiarezza di prospettive”.

“Noi siamo il partito della gente – aggiunge Cirio –, ben lontano dalla fanfara, dai pennacchi e da tutta la coreografia romana di questi momenti che celebra con entusiasmo la nascita di un governo che non è quello che i cittadini sceglierebbero se potessero votare. Rispetto a questo mondo virtuale noi siamo nel mondo reale”. Cirio si trova oggi a Verbania: “Ho decine di sindaci fuori dalla porta che hanno problemi con l'assetto idrogeologico. Per decidere se in Piemonte c’è stata una calamità naturale lo deve fare il ministro dell’Agricoltura a Roma. Qui invece c’è il mondo reale. La vita reale di tutti giorni – insiste – è ben lontana dalla coreografia romana. Siamo in una provincia in cui mancano le risorse per fare le fotocopie. Pensi come si sente un sindaco che vede tutta questa euforia in tv, in un Paese che non ha bisogno di pennacchi e robe colorate, ma ha bisogno di mettersi seriamente dalla parte della gente. Questo è quello che ci unisce, anche tra governatori di fede politica diverse. Abbiamo tante idee comuni che vanno al di là della appartenenza politica, perché un conto è vivere nella vita reale di tutti i giorni, un conto è farlo nei palazzi di Roma”.

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