CENTRODESTRA

"Troppo genuflessi a Salvini", scatto di reni in Forza Italia

Berlusconi impone il cambio di linea e il suo luogotenente in Piemonte Zangrillo richiama governatore e assessori. Non va l'acquiescenza alla Lega sul referendum e pure la presenza degli azzurri nel governo regionale è piuttosto incolore

Dopo il colpo della strega con cui Matteo Salvini ha piegato Forza Italia alla richiesta di referendum delle regioni del Nord per modificare la legge elettorale, gli azzurri cercano il colpo di reni. La fin troppo rapida adesione di Alberto Cirio al diktat leghista, con un consiglio regionale convocato pressoché in permanenza, mal si concilia con la frenata e visibile conseguente sterzata di Silvio Berlusconi che sulla questione ha indicato la corsia parlamentare anziché quella plebiscitaria che tanto piace e tanto serve al leader della Lega per tenere alta la tensione e arginare il seppure debole calo di consensi dopo il passaggio forzato all’opposizione.

Più che in altre occasione è importante guardare a quel che succede in Piemonte rispetto a una differenziazione all’interno del centrodestra, ormai sempre più netta con il Cavaliere che spiegando come il suo partito guardi e si rivolga “agli italiani che vogliono soluzioni e non selfie” segna un’ulteriore distanza con la forza politica con cui governa le regioni del Nord, ultima in ordine di voto il Piemonte. Qui la sensazione di una certa acquiescenza per non dire sudditanza nei confronti del Carroccio salviniano è tanto palese quanto sempre meno sopportabile e giustificabile anche agli occhi dei suoi elettori per Forza Italia. Certo la Lega è l’azionista di ampia maggioranza nel governo regionale, ma se in più si aggiunge un ruolo politicamente, come dire, sempre più sbiadito della componente azzurra qualcosa non va. E qualcosa, nel ragionamento dei vertici piemontesi del partito di Berlusconi, va rivisto e sistemato.

Non è casuale, né un appuntamento di routine, la riunione del coordinamento regionale convocato dal coordinatore forzista Paolo Zangrillo per le 18 e 30 di lunedì. Nessun banco degli imputati, ma certamente i due assessori azzurri, Alberto Tronzano e Marco Gabusi, sono per il loro ruolo e per come lo interpretano la prima linea rispetto all’armata leghista nella giunta Cirio e nell’immagine politica che ne viene percepita. Con in sovrappiù, su Torino, l'iperattivismo del loro collega leghista Fabrizio Ricca. Entrambi dovranno tornare in tempo da Genova dove, in mattinata, è prevista una riunione dela giunta regionale ligure con quella piemontese, un altro passaggio che al netto degli argomenti comuni da affrontare – dal Terzo Valico alle strategie sulla logistica legata ai porti arrivando al turismo – non può che essere colto dagli sguardi attenti e preoccupati dell’ala meno filo leghista di Forza Italia come un rafforzamento di un asse, passando per l’ormai ex azzurro Giovanni Toti, da considerare con attenzione.

Dopo la visita al Salone Nautico che seguirà la riunione, visita alla quale non parteciperà Gabusi che invece virerà per competenza sul porto savonese di Vado, il rientro a Torino in quel summit azzurro potrà portare ai due assessori il chiaro messaggio della necessità di una marcatura più politicamente incisiva del loro operato. Insomma, alleati leali e collaborativi, ma non in terza fila, della Lega. Virata tanto più necessaria considerando la rotta che facilmente Berlusconi traccerà domenica dal palco de “L’Italia e l’Europa che vogliamo”, la kermesse organizzata a Viterbo dal suo vice Antonio Tajani. Dal palco dell’Hotel Salus (e di problemi di salute Forza Italia non ne ha pochi, anche se il rimedio non pare essere l’affidarsi alle cure di Salvini) il Cav non solo scioglierà il nodo sulla partecipazione alla manifestazione del leader leghista del prossimo 19 ottobre, ma quasi certamente ribadirà quanto annunciato in queste ore, ovvero la sua preferenza per una proposta parlamentare unitaria e non il referendum per modificare la legge elettorale. Anche sul come, Forza Italia sembra differenziarsi dagli alleati di quel centrodestra che ormai nei fatti non esiste più: non irrilevante il fronte critico e allarmato all’interno del partito di fronte alla richiesta di un sistema completamente maggioritario che arriva da Salvini. Un sistema che, è ben chiaro, penalizzerebbe i berlusconiani.

Non è un invito solo formale, quello alla cautela su questo argomento, fatto dal Cavaliere. Cautela che certo non si è vista nella fulminea positiva risposta di Cirio alla richiesta arrivata da Salvini di produrre in tempi ristrettissimi l’istanza del consiglio regionale del referendum per abrogare l’attuale legge elettorale. E anche questo se non fosse, ma lo è, un problema per Forza Italia non sarebbe certo un colpo di reni. Perchè l'immagine è quella dell’esatto contrario.  

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