PALAZZO LASCARIS

Referendum Salvini, scontro finale in aula

Si va verso l'approvazione del testo imposto dal leader della Lega. Contingentati i tempi. Le opposizioni insorgono e annunciano rappresaglia: "Deteriorati irrimediabilmente i rapporti, ora troverete lungo". E in Consiglio si srotola la lunga scheda con il quesito

Prosegue per il terzo giorno consecutivo la maratona a Palazzo Lascaris con l’opposizione di centrosinistra e del Movimento 5 stelle che, a colpi di interventi ostruzionistici, prova a bloccare la richiesta di referendum abrogativo della parte proporzionale del Rosatellum, secondo il diktat pronunciato dal leader della Lega Matteo Salvini.

Il clima, già parecchio acceso e sfociato nelle scorse ore in diverbi e scontri personali, si è ulteriormente surriscaldato dopo la decisione della maggioranza di contingentare i tempi per ottenere l’approvazione del testo entro il 30 settembre. Una scelta per certi versi attesa che ha decisamente deteriorato i rapporti, facendolo deragliare ben oltre la dialettica politica al punto che Francesca Frediani (M5s) e Domenico Ravetti (Pd) hanno preannunciato la volontà di restituire pan per focaccia: in futuro ogni provvedimento dovrà pasdsare dalle forche caudine di forze che si sono sentite "umiliate" da quello che ritengono un vero e proprio atto di prepotenza e di "abuso d'ufficio". Frediani, per protesta si è recata tra i banchi della giunta dove ha posto la maschera di Salvini, accanto ad Alberto Cirio, colpevole secondo le opposizioni di essersi piegato, e di aver piegato il Piemonte, al volere del leader leghista.

“Siamo stati minacciati e intimoriti” è stata la denuncia del capogruppo dem, mentre le perplessità sul merito del testo presentato dalla maggioranza (identico in tutte le altre regioni in cui è in discussione) sono state sintetizzate srotolando il lunghissimo quesito così come se lo potrebbero trovare sulla scheda gli italiani qualora l’impresa della Lega dovesse approdare in Corte Costituzionale e ottenere l’ammissibilità. Seduta sospesa e poi ripresa con il rimpallo di accuse e insulti che non risparmiano neppure l'ex governatore Sergio Chiamparino, rimbrottato dal capogruppo di Fratelli d'Italia Maurizio Marrone per aver preso parte alla "sceneggiata": “Sic transit gloria mundi” ha chiosato l'esponente della destra ricevendo una risposta altrettanto piccata di Chiamparino. Il capogruppo della Lega Alberto Preioni accusa i colleghi di centrosinistra (è presumibile si rivolgesse a Marco Grimaldi) di avere mancato di rispetto verso Alberto Cirio, addirittura augurandogli la morte nel tunnel di Chiomonte: un evidente qui pro quo spiegato dallo stesso autore dell'invettiva, Grimaldi. Della questione, ha informato il presidente di Palazzo Lascaris Stefano Allasia, se ne occuperà un prossimo ufficio di presidenza che valuterà anche l'eventualità di erogare sanzioni.

Con il contingentamento dei tempi, alle opposizioni restano cinque ore per intervenire. Pd, Luv e M5s erano pronti a presentare 227 tra emendamenti e sub-emendamenti, ma con il contingentamento non potranno più farlo oltre le 13 di oggi. Come da prassi, la maggioranza ha offerto alle opposizioni la possibilità di cedere parte delle dieci ore di interventi che le spettano, ma non è ancora chiaro se saranno accettate: il Movimento 5 Stelle ha già annunciato il suo rifiuto. L’Aula resta per ora convocata fino alla mezzanotte di domani.

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