TRANSUMANZE

"La base del nuovo riformismo", amministratori con Italia Viva

Nessuna campagna acquisti ma tante adesioni spontanee in nome del civismo. L'ex sindaco di Tortona Bardone: "Ho lasciato un Pd che, come si è visto con Chiamparino, è ormai sordo ai bisogni dei territori". Appuntamento alla Leopolda

Dal Pd è uscito ben prima di Matteo Renzi. “Il partito è sempre stato importante per me, ma dovendo scegliere tra il mio partito e la mia città non ho avuto dubbi”. Era il 2015 e appena un anno dopo da quando lui era diventato sindaco di Tortona e Sergio Chiamparino presidente della Regione, Gian Luca Bardone, dem di origine diessina, aveva sbattuto la porta lasciandosi alle spalle quel Pd che “con le politiche di tagli e scelte profondamente sbagliate nella Sanità, portate avanti da Chiamparino e Antonio Saitta, ma anche avallate a livello provinciale, ha fortemente penalizzato tutto il territorio. Non potevo più restare in quel partito, il mio partito”. Adesso, dopo quattro anni da senza tessera, ha trovato un nuovo partito, anzi una nuova casa come piace dire al senatore di Rignano.

Ha fatto il botto, l’altra sera, l’ex primo cittadino, oggi sui banchi della minoranza, quando in consiglio comunale si è alzato  ha annunciato la sua adesione al partito di Renzi e la nascita del gruppo, che per ora conta solo lui, di Italia Viva. Nella ridda di annunci affidati ai social, quella che è forse la prima e unica comunicazione del genere, ha fatto sobbalzare più d’uno nella città che, pure, in politica le sorprese non se l’è fatte mancare anche quando ancora c’era la prima Repubblica e un giovane Fabrizio Palenzona divenne sindaco della prima giunta anomala del Paese, mettendo insieme Dc e Pci.

Qui a Tortona dove “la Regione di centrosinistra ha provato a schiacciarci tra Alessandria e Novi Ligure nella logistica che per noi è una forza consolidata da decenni con l’interporto e il Gruppo Gavio, mentre gli altri hanno solo spianate di terreni”, qui dove Renzi ha avuto nello scomparso Guido Ghisolfi, imprenditore illuminato e precursore del green, uno dei più convinti sostenitori. In questa città piemontese che annusa l’aria lombarda la decisione dell’ex sindaco non racconta solo le difficoltà di rimanere in un partito che ha pagato a caro prezzo la distanza da molti dei suoi amministratori locali, la sordità ad avvertimenti che si sarebbero fatti allarmi alle urne e un’autoreferenzialità di una classe dirigente sempre più spesso tesa autoconservazione.

Quando il cinquantatreenne ispettore dell’Asl, con trascorsi da allenatore delle giovanili del Derthona Calcio, racconta di quel venerdì di luglio al teatro Elfo di Milano “dove girandomi vedevo tanta gente che non era del Pd e stava lì ad ascoltare Renzi, ma anche a discutere di futuro”, salta fuori quel qualcosa che l’operazione di Palazzo, con i nuovi gruppi parlamentari, non spiega o addirittura ancora nasconde. “Credo che saranno molti i sindaci, gli amministratori locali che non hanno o non hanno più una casa politica a guardare con attenzione a questa opportunità. Qui non si tratta di far la guerra al Pd, si tratta di costruire un qualcosa di nuovo e complementare”.

Veniva dai Democratici di Sinistra l’ex sindaco di Tortona e aveva votato Pier Luigi Bersani quando l’uomo di Bettole vinse, “la volta dopo ho votato Renzi”. Ventun anni in consiglio comunale, cinque alla guida del Comune, liste civiche (oltre al Pd) a sostenerlo anche alle ultime elezioni “dove il centrosinistra ha perso tutte le città importanti della provincia, perfino Novi Ligure”, Bardone è una sorta di apripista. Insieme ad altri consiglieri comunali o ex come la già capogruppo del Pd a Moncalieri Jennifer Furci, Franco Fattori a Nichelino, l’ex Forza Italia di Collegno Andrea di Filippo, l’ex consigliera comunale di Vercelli Francesca Tini Brunozzi. Da Biella ha scelto di seguire Renzi pure l’ex sindaco e consigliere regionale Vittorio Barazzotto che con il consigliere cittadino Filippo Regis e Fabrizio Ceria di Candelo è pronto a costituire il primo nucleo della nuova formazione.

“In questi mesi mi sono convinto del fatto che i comitati civici di Renzi rispecchino l’approccio che mi ha ispirato in tutti questi anni e che, a mio parere, costituiscono la modalità corretta per riavvicinare la gente comune alla politica” ha scritto l’ex primo cittadino di Tortona. È, o meglio potrà essere, quella degli amministratori locali la carta indispensabile da giocare per evitare che la sfida dell’ex rottamatore non resti un’operazione parlamentare, un movimento anche di forte presa, ma senza l’indispensabile radicamento nei territori: che non vuol dire per forza tessere e sezioni, perpetuazione di una classe dirigente che ha mostrato limiti e chiusure finendo punita dal voto.

Quando Chiamparino, nel tour elettorale, arrivò a Tortona il sindaco non lo incontrò. “Nulla di personale”, ci mancherebbe. Già, un po' come la scena del Federale in cui Tognazzi si lamenta per le botte ricevute e il professor Bonafè gli dice: “Non hanno picchiato te, ma la tua divisa”. Quella del Pd Bardone l’aveva già lasciata da un bel po' al Chiampa e a “chi non aveva ascoltato i nostri territori”. Anche per questo “serve riavvicinare la gente alla politica, allargare al civismo, a energie nuove” dice l’ex sindaco, guardando alla coordinatrice del comitato Elena Caffarone. Lei era candidata in una delle liste civiche di centrosinistra che si chiamava Viva Tortona Viva. Coincidenza, banalità dei claim o segno del destino? 

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