RISORGIMENTO

Nel nome di Greta tornano i Verdi

Un centinaio di attivisti hanno rifondato anche in Piemonte il partito ambientalista. "Dare voce alle nuove battaglie ecologiste" è la parola d'ordine dei due coordinatori, Mossa e Pizzi. E intanto c'è chi guarda al M5s e sogna un'alleanza

Nel nome di Greta e dei ragazzi di Fridays for Future. I Verdi provano a rialzare la testa dopo anni di oblio cavalcando l’onda delle nuove battaglie ecologiste “per la salvezza del pianeta”. All’Holiday Inn di piazza Massaua a Torino un centinaio di attivisti: qualche reduce, tanti giovani. Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi sono stati eletti a stragrande maggioranza co-portavoci, secondo una diarchia che vige anche a livello nazionale. Battuta la mozione promossa, tra gli altri, dall’architetto Dino Barrera, uno dei volti storici del movimentismo green in Piemonte.

“Nasce una nuova pagina dei Verdi piemontesi per raccogliere il grido dei tantissimi giovani scesi in piazza per il clima, per salvaguardare il pianeta dalla cattiva azione dell’uomo, cercando di affrontare subito i temi dell’emergenza climatica e ambientale” affermano i due nuovi coordinatori. Tiziana Mossa è l’ultima erede di quella tradizione ecologista nata e proliferata a Grugliasco (hinterland Ovest di Torino) negli anni Novanta sull’onda dell’affaire Le Gru e che ebbe nell’allora sindaco e poi consigliere regionale Mariano Turigliatto il massimo esponente. Anche lui, questa mattina, era presente al battesimo pubblico e l’elezione di Mossa è il segno di un suo ritorno, seppur defilato, nel partito ecologista. Pizzi, invece, è di Biella, città nella quale si è candidato a sindaco la scorsa primavera con una lista civica denominata proprio Onda Verde.

Così un movimento che mai in Italia è riuscito a incidere – come seppero fare, ad esempio, i Grunen di Joschka Fischer negli anni Novanta, quando furono azionisti importanti della coalizione rosso-verde guidata da Gerhard Schröder – prova a rinascere dalle sue stesse ceneri. All’assemblea piemontese erano presenti anche la co-portavoce nazionale Elena Grandi e il consigliere regionale Marco Grimaldi che con i Verdi ha dato vita a una lista progressista e ambientalista (Luv) che lo ha eletto a Palazzo Lascaris.

“Ora partiranno alcune campagne di sensibilizzazione, poi i primi appuntamenti elettorali” spiegano dal palco ma a tutti è chiaro che i Verdi da soli non basteranno per determinare le future scelte sullo scacchiere nazionale. Un’altra partita, che si gioca in questi giorni tra Roma e Bruxelles, è seguita con grande attenzione dai vertici nazionali ed è quella che potrebbe portare il Movimento 5 stelle all’interno del gruppo Verde nel Parlamento Europeo. Questa operazione, assieme alla nascita del nuovo governo giallo-rosso, sposterebbe il baricentro dei grillini stabilmente nel centrosinistra. Nella platea dell’Holiday Inn c’è chi ragiona a voce alta: “A quel punto potrebbero promuovere una costituente ecologista di cui noi saremmo parte integrante”. Ed ecco che prende forma la nuova coalizione progressista, da Matteo Renzi a Paola Taverna. C’è chi lo teme e chi lo teorizza. In Piemonte qualche abboccamento già c’è stato e non mancano le battaglie comuni a partire da quella (persa) per bloccare la Tav.

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