RISIKO BANCARIO

Ubi all'altare con Banco Bpm, Quaglia apparecchia il tavolo

Procedono le trattative per la fusione e con esse gli intrecci tra fondazioni e territori. Il presidente della Crc Genta: "Sul nostro tavolo anche i dossier di Bper e Mps". E il numero uno della Crt fa di tutto per rafforzare il sodale cuneese

Un dossier da esaminare, ma non il solo. Lo ha detto Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CariCuneo, azionista di Ubi Banca, a proposito del report degli analisti di Morgan Stanley sul consolidamento con Banco Bpm dopo che l’amministratore delegato della banca milanese Giuseppe Castagna ha parlato di un’operazione che avrebbe senso. La Fondazione Crc di Genta, con il 5,95% delle azioni di Ubi, è uno dei due principali soci, assieme alla Fondazione Banca del Monte di Lombardia (4,95%): su loro due si fonda il patto degli azionisti che detiene complessivamente il 17% della banca bergamasca. “Essere apprezzati fa piacere, ma operazioni aperte non ce ne sono” ha spiegato Genta per il quale tuttavia conferma l’apertura: “Il nuovo patto parasociale non esclude consolidamenti, che anzi saranno possibili”. “I soggetti interessati non sono solo Banco Bpm ma anche Bper e Mps. Sono tutti dossier che una banca come Ubi dovrà esaminare uno per uno anche solo per escluderli”. Al momento non è stato fissato ancora un cronoprogramma e definiti i tempi dell’operazione “ma fa piacere che Castagna abbia detto che non vede male un’aggregazione con Ubi”.

Insomma, se non c’è ancora la data per le nozze di certo i preparativi fremono. Tra coloro che in questi mesi si sono preoccupati di apparecchiare la tavola c’è Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt con cui è azionista all’1% di Bpm, che ha rastrellato sul mercato quote di Ubi per consolidare la posizione dell’amico Genta, cui è legato dalle comuni origini cuneesi e da antico sodalizio. Insomma: per dirla con le parole di un consigliere di via XX Settembre “si aiutano tra cuneesi coi soldi dei torinesi”.

Per Quaglia la fusione con Bpm “è un processo che richiede i suoi tempi, che non è facile, che però va nella logica di quello che vuole la Bce. Quello o altri. C'è un puzzle di possibili matrimoni, per adesso non sono neanche fidanzamenti".

Così sulla triangolazione tra Cuneo, Torino e Bergamo potrebbe nascere il terzo gruppo bancario italiano, dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit. I due, Quaglia e Genta, erano presenti entrambi, questa mattina, al convegno organizzato con Cassa depositi e prestiti alle Ogr ed è lì che il numero uno di CrC ha delineato lo stato dell’arte: “L’auspicio – ha detto Genta – è che arrivino nuovi azionisti. Abbiamo la soglia del 25 per cento per non superare gli obblighi di Opa ma qualsiasi socio che rispetti l’etica e le regole del gioco, che poi sono quelle dei regolatori, è ben accetto”. Genta ha poi osservato che “la logica del territorio è superata, perché rappresenta già tre territori che non sono contigui e con l’ingresso di Beretta i territori saranno quattro. Ogni soggetto che si siede in un patto di consultazione porta ricchezza”.

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