PALAZZO LASCARIS

Crocifisso in Aula e Bibbiano,
le bandierine del centrodestra

Dopo cinque mesi di immobilismo, la maggioranza in Regione Piemonte continua a condurre battaglie ideologiche di stampo "sovranista" nell'attesa di produrre provvedimenti concreti

Cinque mesi di immobilismo e qualche fiammata ideologica giusto per rimarcare che ora “l’aria è cambiata”. In attesa della prima legge prodotta dalla nuova amministrazione regionale, a Palazzo Lascaris continuano a tenere banco le battaglie ideologiche. Dopo il lungo braccio di ferro in aula per l’approvazione della proposta di referendum per l’abolizione della quota proporzionale del Rosatellum, il centrodestra si fa promotore di due iniziative dai squisitamente politici.

La prima è la mozione con cui la maggioranza vuole combattere “tramite qualsiasi azione, ogni forma di sopruso e proposta di eliminazione dei crocifissi” nelle scuole e negli edifici pubblici e addirittura a proporre di affiggerne uno all’interno dell’aula del Consiglio, che rappresenta tutti i piemontesi. Una risoluzione cui replica il capogruppo di Luv Marco Grimaldi, che la bolla come battaglia di retroguardia, la “Controriforma” della destra dopo le parole, improvvide pure quelle, del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. “Intendiamoci – conclude Grimaldi – ho grande rispetto per chi ha fede e la manifesta liberamente. Se i membri della maggioranza si inginocchiano dinnanzi a Cristo, al Gohonzon o verso La Mecca è comunque un bel passo avanti rispetto a farlo vicino alla tomba di Mussolini” con riferimento evidente alla querelle che ha travolto l’ex portavoce dell’assessore Chiara Caucino, appena giubilato dopo la pubblicazione delle immagini in cui è colto mentre prega davanti alla tomba del Duce a Predappio.

Nella stessa giornata, il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone ha proposto di istituire una Commissione d’indagine conoscitiva per fare luce su eventuali soprusi negli affidi. Nello specifico “per acquisire notizie, informazioni e documenti sul sistema regionale piemontese di segnalazione e presa in carico di casi di abuso e maltrattamento”. Ma anche sui criteri di allontanamento di minori dai nuclei famigliari di appartenenza e della collocazione di minori in comunità residenziali, con riferimento anche ai servizi di psicoterapia, consulenza, equipe prestati in Piemonte dalle persone fisiche e giuridiche coinvolte dall’inchiesta denominata “Angeli e demoni”. Il riferimento è chiaramente l’inchiesta di Bibbiano e il tentativo di cavalcarne ancora un po’ l’onda lunga.

Ma non è tutto. Nelle settimane scorse la Lega aveva proposto di aumentare da 5 a 10 gli anni di residenza in Piemonte per avere diritto alla casa popolare, salvo essere costretta a fare marcia indietro dopo aver appreso che lo stesso provvedimento era stato varato in Liguria e subito bollato come incostituzionale. Stessa sorte di un’altra suggestione sovranista: gli incentivi alle aziende che assumono piemontesi. Ma ci aveva già pensato il Friuli e il provvedimento era già stato impugnato dal Governo perché discriminatorio.

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