GLORIE NOSTRANE

Cuneo ha ancora bisogno di Moirano

Richiamato dalla pensione il manager protagonista dell'uscita dal piano di rientro della sanità piemontese. Dopo la parentesi sarda guiderà la Fondazione dell'ospedale unico del capoluogo della Granda

Fulvio Moirano torna nella “sua” Cuneo. A 66 anni il manager pubblico, ligure di nascita ma piemontese d’adozione, è stato nominato presidente della Fondazione del nuovo ospedale unico del capoluogo, la Santa Croce e Chiarle onlus, costituita la scorsa settimana. Per Moirano è un ritorno nella città in cui ha costruito la sua carriera: qui è stato direttore generale dell’azienda ospedaliera per dieci anni, dal 1996 al 2007, e poi a capo delle Asl di Cuneo, Mondovì e Savigliano con l’incarico di accorparle in un’inca struttura, l’Asl Cuneo 1, che guiderà nel suo primo anno di vita. Lascia l’incarico nel 2009 quando viene chiamato al vertice di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, dove amplia la sua rete di contatti e relazioni a una dimensione nazionale.

Intanto a Cuneo, Moirano fonda un piccolo impero con Amos, società a partecipazione mista, pubblica-privata, per la fornitura di beni e la prestazione di servizi complementari e di supporto all’attività sanitaria. Tra i soci pubblici ci sono le asl cuneesi che a lungo ha guidato, tra quelli privati alcuni importanti operatori del territorio. È uno degli uomini più influenti della sanità italiana quando, nel 2014, viene chiamato da Sergio Chiamparino in corso Regina Margherita per affiancare l’assessore Antonio Saitta e rimettere in sesto i conti di un sistema al collasso finanziario, in cui Asl e Aso non riescono neanche ad approvare i propri bilanci e che il governo aveva sottoposto a piano di rientro. Con Moirano direttore della Sanità, il Piemonte riesce a uscire dal piano di rientro, intraprende un percorso di risanamento e mette le basi per la realizzazione dei due superospedali di Torino e Novara. Dopo due anni, però, lascia Torino per trasferirsi in Sardegna, dove la giunta di centrosinistra gli affida l’ingrato compito di accorpare tutte le aziende sanitarie isolane nell’Ats unica. Ma lui è uomo a cui piacciono le sfide e non si tira indietro: dopo tre anni l’Ats è una realtà, ma intanto le elezioni portano a un cambio di colore nel governo della regione autonoma e di fronte ai propositi del centrodestra di spacchettare di nuovo le Asl lui decide di togliere il disturbo nonostante avesse due anni ancora di contratto, evitando al nuovo governatore Christian Solinas ulteriori imbarazzi.

Intanto anche per lui è scattata la pensione, ma di mettersi a riposo a quanto pare non ne ha ancora intenzione. Così accetta la chiamata da laddove tutto è iniziato. Guiderà la Fondazione Ospedale Santa Croce e Carle onlus, nata sul modello di quella di Verduno (Cuneo) che in 11 anni ha raccolto oltre 20 milioni dal territorio per il nuovo ospedale unico di Alba e Bra, che dopo diversi problemi tecnici e costruttivi dovrebbe essere inaugurato il prossimo anno.

print_icon