PARTECIPATE

Allarme Gtt, 10 milioni di rosso

L'azienda pubblica dei trasporti accumula un disavanzo decisamente superiore alle previsioni nei primi sei mesi dell'anno e la cassa patisce i ritardi nei pagamenti dell'Agenzia per la mobilità. Le raccomandazioni dei revisori

Per un anno si è allentata la tensione su Gtt ed ecco che alla prima verifica torna ad accendersi un campanello d’allarme. Nel bilancio semestrale del 2019, infatti, è emerso uno scostamento rispetto al piano industriale di 7 milioni di euro (le perdite previste erano di 3 milioni e invece superano i 10), mentre i ritardi con cui paga l’Agenzia per la mobilità piemontese hanno provocato nuove tensioni sui flussi di cassa. Insomma l’azienda pubblica dei trasporti del Comune di Torino non è ancora fuori dal tunnel, nonostante l’amministratore delegato Giovanni Foti in audizione durante la commissioni Controllo di gestione, Trasporti e Servizi Pubblici Locali abbia provato a mettere l’accento sulle note positive a partire dal “rapporto tra ricavi e costi, salito al 36,4% e superando il limite minimo fissato dalla normativa nazionale”.

Ma questo non basta e le criticità sono frutto anche di fattori esogeni. Per esempio, si legge nella semestrale, che lo scaduto nel confronti dell’Agenzia, al 30 giugno era di 50 milioni di euro e solo dopo che a fine luglio sono stati saldati i primi 35 milioni Gtt (con la promessa di versarne altri 10 a ottobre) ha avuto quelle “risorse finanziarie essenziali per l’effettuazione di pagamenti verso creditori di varia natura che erano stati procrastinati”. Ma intanto sono passati altri tre mesi e l’azienda ha di nuovo “38 milioni di arretrati” attacca l’assessore ai Trasporti di Palazzo Civico, Maria Lapietra, un’enormità per un malato come Gtt, sottoposto a un costante controllo di advisor e società di revisione.

La situazione resta di “allerta” come dimostrano anche le raccomandazioni del Collegio dei revisori presieduto da Giuseppe Chiappero che chiede al consiglio di amministrazione di “avviare fin da subito analisi finalizzate a trovare forme alternative di ricavi e/o riduzione di costi per mantenere l’equilibrio economico e finanziario” e contestualmente “avviare tempestivamente una revisione di Piano” per evitare che l’azienda sbandi troppo rispetto al percorso stabilito.

Un’altra incognita è rappresentata dal possibile impatto della perdita della gara per il nodo ferroviario di Torino, dove il consorzio Rail.To, costituito da Gtt e Arriva Italia Rail, all’ultimo ha deciso di non presentare alcuna offerta. A oggi infatti il servizio continua a essere gestito da Gtt in attesa della definitiva assunzione da parte di Ferrovie, che si è aggiudicata il bando. “La società – si legge nel documento – ha in corso la valutazione di possibili scenari e relativi impatti sui conti di Gtt”.

Per quanto riguarda il conto economico, il primo semestre fa registrare una perdita di 10,2 milioni, ma la buona notizia è l’aumento del valore della produzione da 207,6 milioni a 212. I proventi del traffico sono in aumento del 5,5 per cento rispetto allo scorso anno, crescono i ricavi della sosta che registrano un +6,7% e lo stesso dicasi per i servizi turistici (+10%). Passando ai costi, si riducono quelli della produzione fermi a 220 milioni, 2,3 milioni in meno rispetto al primo semestre 2018 ma sono in aumento quelli per l’acquisto delle materie prime, dell’energia elettrica per la trazione dei tram e soprattutto per le manutenzioni vista la vetustà dei mezzi. Infine la riduzione del personale di 148 unità ha portato a un risparmio di questa spesa del 4% con un costo complessivo fermo a 104,3 milioni.

print_icon