POLVERE DI (5) STELLE

M5s, nasce il partito di Montanari

L'ex vicesindaco ha un piano: guidare un drappello di consiglieri e condizionare l'azione della sindaca Appendino. In nome dello "spirito originario" del movimento e con un occhio al 2021. Ma anche nell'ala "moderata" qualcosa si muove

L’una accanto all’altro, la vicepresidente della Sala Rossa Viviana Ferrero e il consigliere Damiano Carretto, i due benecomunisti grillini, erano seduti vicini all’ex vicesindaco Guido Montanari durante il tavolo in Prefettura sulla Cavallerizza. Un’immagine che descrive plasticamente quel che sta accadendo nella battaglia di posizionamento, sul futuro del sito Unesco, all’interno della maggioranza a Palazzo Civico. C’è una parte del Movimento 5 stelle che non ha remore a schierarsi apertamente dalla parte degli occupanti, anche a costo di scontrarsi con le stesse istituzioni che rappresenta. Ed è proprio sull’onda di questo braccio di ferro che nel gruppo pentastellato potrebbe consumarsi un nuovo strappo. Lungo i corridoi del palazzo comunale si parla apertamente del partito di Montanari, il quale ha tenuto un canale sempre aperto con un drappello di consiglieri anche dopo il suo congedo. La Cavallerizza potrebbe essere il casus belli ideale per sancire la frattura definitiva tra un M5s sempre più di governo, in costante avvicinamento verso il Pd, e chi invece è pronto a conservarne lo spirito originario finanche a immaginarne l’uscita dai confini del Movimento stesso. Carretto, in fondo, lo aveva minacciato pochi giorni orsono: “In caso di sgombero sono pronto ad andarmene nel gruppo misto”, lo farà davvero? Dopotutto è anche il campione dei penultimatum. E se davvero prendesse il coraggio a due mani e lasciasse, qualcuno potrebbe seguirlo?

Di certo la maggioranza è sempre più lacerata e se all’inizio Appendino era il collante di tutte le anime che compongono il gruppo, ora attorno a ogni sua scelta si consumano discussioni e fratture. Quando lo scorso luglio, dopo l’addio di Marina Pollicino, iniziarono a inseguirsi le voci della possibile nascita di un gruppo misto di maggioranza, fu proprio la sindaca a stoppare questa operazione. Oggi ne avrebbe ancora la forza? È in questo spazio, stretto, anzi strettissimo, che sta lavorando Montanari rinvigorito dal nuovo ruolo pubblico ottenuto dai ragazzi della Cavallerizza, che l’hanno eletto a loro portavoce assieme al giurista Ugo Mattei, l’ideologo dei beni comuni.

Ma non è solo dalla porta di sinistra che rischia di uscire qualcuno. C’è pure chi da tempo sta sondando il “nemico” per cercare un salvacondotto, in vista del 2021. È noto a tutti i ventidue componenti del gruppo pentastellato, infatti, che alle prossime elezioni sarà pressoché impossibile confermare l’exploit del 2016. La loro pattuglia potrebbe ridursi a poche unità: due, tre eletti che possono arrivare a quattro se inseriti in una coalizione di maggioranza. Non di più. Basti pensare che alle ultime regionali, a Torino, mentre la coalizione di centrosinistra superava il 46 per cento inseguita dal centrodestra al 39, il partito di Appendino quasi scompariva al 13 per cento. Alle amministrative tra un anno e mezzo anche solo la doppia cifra appare un miraggio. Ed è per questo che siamo già al si salvi chi può. Si dice per esempio che Aldo Curatella, dopo l’affronto della promozione a ministro di Paola Pisano, con cui ha avuto frequenti scontri su anagrafi e 5G, abbia più di un dente avvelenato e pure Monica Amore avrebbe manifestato segnali di irrequietezza. Faccende politiche si mescolano a esigenze personali, come in ogni mandato che volge al crepuscolo a questo punto il cammino di sindaca e giunta sarà sempre più accidentato.

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