DIRITTI & ROVESCI

Borse di studio, pasticcio bipartisan

Dopo la denuncia dell'opposizione, l'assessore regionale Tronzano vincola nuovamente i fondi per gli universitari. Ma fu il centrosinistra a cambiare le regole prima delle elezioni. Marrone (FdI): "Dal prossimo anno più spazio al merito"

Sorpresa. A escludere i contributi per il diritto allo studio dall’elenco delle spese obbligatorie della Regione Piemonte era stato il centrosinistra. Forse una disattenzione degli uffici o (più probabile) un escamotage dell’allora custode dei conti Aldo Reschigna per tenersi un margine di manovra in caso di emergenze; sta di fatto che dopo aver reso obbligatori gli stanziamenti all’Edisu nel 2018, l’anno successivo sono stati di nuovo “declassati”, forse perché già la scorsa legislatura aveva immaginato di coprire le eccedenze con il fondo di riserva di Edisu e non di piazza Castello. Così come ipotizzato, un po' maldestramente, dal centrodestra. E invece, dopo le polemiche dei giorni scorsi, è stato il nuovo assessore al Bilancio Andrea Tronzano a sottoscrivere un emendamento all’assestamento di bilancio che impone nuovamente l’obbligatorietà dell’erogazione e se le risorse stanziate non dovessero bastare, la Regione potrà attingere al fondo di riserva. Insomma, per il 2019 sarà confermata la borsa di studio per il cento per cento degli idonei, così come negli anni passati. Il braccio di ferro si sposta adesso sul 2020, quando il centrodestra, per bocca del capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone e anche dello stesso governatore Alberto Cirio ha annunciato di voler introdurre dei criteri meritocratici per garantire l’assegno.     

Questo significa che se fino a oggi, oltre alla condizione economica dello studente, si è tenuto conto dei crediti ottenuti e quindi degli esami sostenuti, presto potrebbe incidere sull’ottenimento della borsa anche la media dei voti. “Intendiamoci – spiega Marrone – non stiamo cercando un modo per risparmiare. Anzi siamo d’accordo sul principio di attrarre a Torino e nelle altre università del Piemonte sempre più studenti, ma non è possibile che continuino a ottenere lo stesso sostegno pubblico i migliori e quelli che invece arrancano”. Tra le ipotesi al vaglio del centrodestra c’è quella di modulare l’assegno in base ai voti (più sei bravo più soldi prendi), pubblicando bandi ad hoc per ogni ateneo e non facendo confluire tutti in un unico calderone. Il non detto è ciò che in realtà tutti sanno: ci sono facoltà e corsi di studio più impegnativi di altri, quindi meglio far concorrere gli ingegneri in un bando a loro dedicato, e lo stesso dicasi per gli studenti di Economia, di Lettere, di Medicina e così via. “Ogni facoltà, in base al numero degli iscritti, avrà il suo numero di assegnatari della borsa”.  

C’è poi un’altra questione di cui il centrodestra chiederà presto di discutere: oggi l’Edisu ha più di 6 milioni di euro vincolati agli investimenti sull’edilizia universitaria. “Risorse che però vengono tenute bloccate – denuncia Marrone – perché se si costruissero nuove residenze l’ente non avrebbe poi i soldi per gestirle”.

Intanto, però, spunta un nuovo taglio, da 9,9 milioni all’Istruzione universitaria, almeno secondo quanto si legge in una delle tabelle consegnate in Prima Commissione, dov'è in discussione l'assestamento di bilancio. “Con una mano si dà e con l’altra si toglie?” chiede il capogruppo di Lev Marco Grimaldi, che sulla questione ha interrogato l’assessore Tronzano, il quale ha tranquillizzato tutti, escludendo sforbiciate ma senza entrare nel merito. 

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