WEB & POLITICA

Sardine imbrigliate nella rete, cancellate le pagine Facebook

Il movimento: “Bersagliati da un gran numero di segnalazioni, significa che ci temono”. Principale sospettata la “Bestia” di Salvini. Solidarietà dei “pinguini”- A Torino oltre 60mila iscritti

Le sardine sono state inghiottite. Intorno alle ore 21 di ieri sera, la pagina Facebook delle Sardine è stata oscurata a causa di “un gran numero di segnalazioni”. Due ore dopo, anche la pagina-salvagente “6000 sardine 2” è stata colpita e affondata. Entrambe le piattaforme simbolo del neonato movimento di piazza sono momentaneamente scomparse dai radar, salvo poi ritornare a galla dopo qualche ora. Intanto, nella notte, un’onda anomala si è portata via le due pagine ufficiali delle sardine di Ferrara e sembra prospettarsi all'orizzonte una guerra all'ultimo clic.

Perché questo oscuramento massiccio? Non è un mistero: in caso di un alto numero di segnalazioni, Facebook procede d'ufficio sospendendo la pagina oggetto delle “denunce” virtuali, salvo poi verificare l’effettiva violazione delle norme della Community. Tuttavia, com’è accaduto più volte, sfruttando proprio l’automatismo della piattaforma e segnalando in massa, squadre di utenti possono scatenare vere proprie “spedizioni punitive” contro pagine rivali. È questo il sospetto degli amministratori della pagina, che nel primo comunicato pubblicato sulla pagina gemella “6000 Sardine 2” (prima che anche questa cadesse sotto le raffiche di clic) avevano definito l’oscuramento come un provvedimento “senza giusta causa”, in quanto la pagina non presentava “post offensivi, violenti o lesivi dei diritti della persona”. Per gli admin la ragione del blocco è una soltanto: “Un mare silenzioso fa molto più rumore di quanto si possa pensare”. Eppure il problema non è tanto l'oscuramento in sé, che raramente è irreversibile, quanto le conseguenze di future ondate di segnalazioni, che potrebbero provocare la disattivazione prolungata delle pagine di sardine. Ciò costituirebbe un grave danno alla visibilità del movimento, che proprio su Facebook ha installato il proprio quartier generale.

Le sardine non sono restate a pinne ferme e si sono organizzate per chiedere a Facebook, con una pioggia di email, di ripristinare le due pagine, mentre alcuni utenti hanno chiesto agli amministratori di denunciare l’accaduto alla polizia postale. Nel frattempo, nei vari gruppi “ittici” si sono moltiplicati gli appelli a resistere all'attacco, che in molti hanno attribuito alla potente macchina social di Matteo Salvini (la cosiddetta “Bestia” gestita da Luca Morisi): “Questa è la conferma che stiamo diffondendo messaggi non graditi. Non molliamo!”, si leggeva ieri sera fra i commenti nel gruppo torinese. Intanto sempre più iscritti invocano, per precauzione, la clonazione della pagina principale: “Non potranno oscurarle tutte”. Ma c’è anche chi ha invitato gli altri iscritti a contrattaccare al presunto attacco subito, segnalando in massa sia la pagina ufficiale del leader della Lega sia le pagine fiancheggiatrici. Una strategia bocciata in pieno dall’ex ufficio stampa del Movimento 5 Stelle in Liguria Lorenzo Tosa, che in un suo post ha rimarcato la distanza fra le sardine e gli aggressori virtuali, definendo poi la linea del movimento ittico per il futuro: “Noi non attacchiamo pagine sovraniste come troll allevati a pane, odio e fascismo. Noi andiamo per la nostra strada”. Mentre le pagine “nemiche” erano disattivate, il leader dei 116mila pinguini anti-sardine Leonardo Cisaria, ha voluto esprimere la propria solidarietà alle pagine avversarie inghiottite dal web: “Siamo molto dispiaciuti perché riteniamo fondamentale il diritto di potersi esprimere democraticamente”. La dichiarazione non sembra però aver persuaso le sardine, che avrebbero cominciato a lanciare una rappresaglia a colpi di segnalazioni.

Questi episodi vanno ad inserirsi in un momento di crescente popolarità (anche internazionale) per le sardine: il blocco in rete è infatti avvenuto subito dopo la manifestazione riminese di ieri, che ha visto in piazza 7mila persone, e in concomitanza con il raduno organizzato ieri pomeriggio a New York (le ore 23 in Italia).

Intanto, il gruppo Facebook torinese ha appena superato i 60mila iscritti e, approfittando della visita di Salvini, si è dato appuntamento il 10 dicembre in Piazza Castello. Anche in Olanda le sardine in trasferta hanno annunciato di radunarsi il 30 novembre ad Amsterdam e oltre 120mila sardine romane si sono accordate per il 14 dicembre. E non è finita qui: la “rivoluzione ittica” è stata persino brevettata all’ufficio della Ue per la proprietà intellettuale: il leader delle sardine bolognesi Mattia Santori ha spiegato che la registrazione del marchio è stata pensata per difendere il movimento “sconfessando eventi che non ci appartengono” e imporsi sui vari domini fake creati nei giorni scorsi. Un primo passo verso un partito politico? Sembra di no, almeno a quanto sostiene il leader bolognese, che ha esplicitamente escluso la fondazione del primo partito “ittico” della storia repubblicana. Intanto, questa sera alle 19 sarà la volta delle sardine di Parma.

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