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L'inceneritore perde la testa, Vietti Niclot è incompatibile

Ennesimo inciampo sulle nomine per Appendino: l'incarico alla manager amica dei leghisti a capo di Trm è "inconferibile" per via della legge Madia. Ieri il cda (senza presidente) ha indicato il nuovo ad Mazzari. Da Palazzo Civico confermano: "Designazione congelata"

Presidente per 48 ore e già pronta a lasciare lo scettro. Così potrebbe concludersi, prima ancora di iniziare, l’esperienza di Maddalena Vietti Niclot al vertice di Trm – la società pubblica che gestisce l’inceneritore di Torino – dov’era stata nominata appena due giorni orsono da Chiara Appendino. Durante il consiglio di amministrazione di ieri, infatti, sono emersi profili di inconferibilità dell’incarico per via della legge Madia. Secondo l’articolo 7 del decreto legislativo 39 del 2013, non può essere designato in un ente pubblico (quale è Trm) chi è stato “presidente o amministratore di ente in controllo pubblico provinciale o comunale nell’ultimo anno”. E Vietti Niclot risulta tutt’ora a capo della Scs Ivrea, società che si occupa della raccolta rifiuti controllata da 57 Comuni del Canavese.

L’incarico di presidente, dunque, non può essere conferito ed è per questo che nell’ultimo cda dell’azienda si è assistito a una situazione per certi versi surreale, in cui gli altri componenti del board avrebbero chiesto alla Vietti Niclot, collegata in conference call dall’estero, di “staccare” giacché la sua presenza (ancorché virtuale) avrebbe potuto inficiare la nomina del nuovo amministratore delegato, Claudio Mazzari. Insomma, tutto da rifare? I tecnici di Palazzo Civico e Trm sono alla ricerca di un escamotage che consenta alla presidente di restare in sella (congelamento per un anno delle deleghe operative?) ma di certo questo intoppo ora rischia di rappresentare un ulteriore ostacolo alla cessione del 17 per cento dell’azienda da parte del Comune di Torino.

Così, dopo le polemiche politiche per l'indicazione di una manager vicina alla Lega e in particolare all’ex consigliere provinciale Alessandro Albano e al deputato torinese Alessandro Benvenuto (e quindi per osmosi all’assessore regionale Fabrizio Ricca) ora ci sono anche dei rilievi formali e giuridici che potrebbero far sfumare una nomina dietro la quale più d’uno aveva visto l’ombra della Regione Piemonte, guidata dal centrodestra e interessata ad acquisire le quote comunali dell’inceneritore per poi mettere un piede in Iren (che ha già in pancia l’80 per cento di Trm).

Il Pd è sulle barricate: “Questa nomina, che sarebbe stata suggerita dall’ala leghista, conferma che, non solo il ciclo integrato dei rifiuti non è governato, ma sia oggetto di spartizione di poltrone, senza una visione d’insieme e di attenzione al territorio” attacca il vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta.

Da Palazzo Civico confermano che la nomina della Vietti Niclot è al momento congelata, “con la precisazione che non le sono state attribuite deleghe gestionali dirette. Nessuna inconferibilità pertanto si può configurare in relazione a precedenti incarichi”. “Per il momento – affermano dal Comune – il cda di Trm ha deciso di non conferire ancora deleghe alla figura di vertice della società, ritenendo opportuno procedere ad approfondimenti finalizzati a definire il contenuto delle deleghe”.

Una vicenda che testimonia ancora una volta la sfortuna – diciamo così – di Appendino quand’è alle prese con nomine pubbliche: basti pensare ai pasticci legati a Smat, quando per due volte indicò e ritirò l'amministratore delegato perché incompatibile con lo statuto aziendale e non adeguato all’incarico. “Da un lato abbiamo assistito a una criminalizzazione esasperata e inutile del termovalorizzatore da parte del M5s, dall’altra, con l’insediamento della nuova giunta di centrodestra in Regione, alle roboanti e quotidiane dichiarazioni di interesse su Iren. Registriamo, però, che l’unico ad aver chiara una idea industriale e di sviluppo nel settore ambientale è il presidente della Liguria – prosegue Lavolta –. A questo punto monitoreremo con ancora più attenzione le scelte industriali del gruppo, a partire dall’inutile acquisizione di Sorgenia, che non produce alcun beneficio per il nostro territorio”.

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