POLITICA & LAVORO

Embraco farà la fine di De Tomaso?

Appendino "scopre" che non sono state allestite linee di produzione a Riva di Chieri. La protesta dei sindacati. Chiarle (Fim): "Basta propaganda, c'è bisogno di proposte". E lancia la conversione dello stabilimento per un progetto di economia circolare

Sorpresa! Negli ex capannoni Embraco non si produce niente. Occhi sbarrati e indignazione d’ordinanza Chiara Appendino ha scoperto che, nonostante promesse e incentivi pubblici, non solo la produzione è ferma ma neanche si sono iniziate ad allestire le nuove linee. E così la paura che lo stabilimento possa fare la fine della De Tomaso è qualcosa di più di un triste presentimento.

“È indegno che soggetti privati che fanno accordi con il pubblico decidano in modo non morale di non rispettare gli accordi. Così diventiamo poco credibili anche come Stato” è la protesta della prima cittadina di Torino nella sua veste di sindaca della città metropolitana. Appendino si è presentata davanti ai lavoratori assieme a una decina di sindaci del territorio e sindacalisti, poi è entrata nello stabilimento in cui non sono state ancora installate linee produttive dalla Ventures che un anno e mezzo fa rilevò quei capannoni di Riva di Chieri. “Sono stata dentro la fabbrica, è sconcertante, non c’è nulla. Da oggi non c’è più neanche la mensa. Presto non ci saranno più risorse per sostenere la cassa integrazione. L’industrializzazione non è partita” ha sottolineato.

Era il 26 giugno 2018 quando il gruppo israelo-cinese acquisì da Embraco Whirlpool stabilimenti e 417 addetti che dovevano essere reimpiegati per la produzione di sistemi per la depurazione delle acque e robot per la pulizia a secco dei pannelli solari. In 24 mesi si sarebbe dovuta lanciare l’attività della nuova industria, secondo un cronoprogramma che prevedeva un rientro graduale dei lavoratori: nella prima fase circa 90, poi 280 entro aprile 2019 e 330 entro settembre, 370 entro l’inizio del 2020, per raggiungere la piena ricollocazione a luglio 2020. Ma nulla di questo è accaduto.

“Parlerò con il Ministero dello Sviluppo economico per sollecitare il tavolo e chiedere che ci siano tutti. L’ultima volta non si è presentata l’azienda, una cosa assurda – s’indigna Appendino –. Il ministro Stefano Patuanelli ha tanti dossier, ma sta seguendo anche la vicenda Embraco. Cercherà di spingere perché sia presente”. E in attesa che Patuanelli spinga, gli operai restano a casa. Dopo poche ore la sindaca conferma: “Ho sentito la sottosegretaria che sta seguendo il dossier Embraco, mi ha confermato che nella settimana del 16 dicembre verrà convocato il tavolo al Mise. È importante che ci siano tutte le istituzioni e tutti i soggetti privati, Ventures, Whirlpool, Invitalia” dice Appendino che poi parla di “mobilitazione permanente dei sindaci, con una staffetta per garantire la presenza delle istituzioni e supporto del presidio dei lavoratori”.

L’iniziativa della prima cittadina non è stata apprezzata da tutti e se la Uilm plaude e ringrazia, per il numero uno della Fim-Cisl Claudio Chiarle Appendino è solo “un altro politico che va in processione all’Embraco per scoprire che non c’è nulla in stabilimento e poi chiede un incontro urgente al ministero. Siamo stufi di questa manfrina inutile. Qualcuno è capace di elaborare una proposta alternativa?”. A quanto pare no. E lo spettro di De Tomaso, vicenda per molti versi analoghi, da Grugliasco pare aleggiare ora proprio sulla collina chierese. E visto che al momento le proposte scarseggiano, è proprio il numero uno dei metalmeccanici Cisl a lanciare la sua: “Quando sono stati dati gli stabilimenti Embraco a Ventures c’erano un’altra azienda che si fece avanti, parlava di utilizzare quei capannoni per la trasformazione di materiali di scarto, rifiuti. Insomma, parliamo di quella economia circolare che tanto piace ai grillini”. Chiarle fa riferimento all’Astelav, azienda presente a Vinovo, che opera nel mercato dei ricambi per elettrodomestici e che già due anni fa si era fatta avanti per lanciare il Progetto Ri-Generation per il recupero, la rigenerazione e la vendita degli elettrodomestici che vengono smaltiti come rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche Raee. Poi la trattativa condusse verso Ventures che in quel momento sembrava offrire maggiori garanzie occupazionali. Sembrava.

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